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Sarri al Chelsea in giacca e cravatta: “Qui per divertire. De Laurentiis? Abbiamo sbagliato in due”

Prima conferenza stampa da allenatore del Chelsea per Sarri che è tornato sull’addio al Napoli: “Con De Laurentiis abbiamo sbagliato in due”. Una battuta sulle accuse di omofobia e razzismo: “Penso di essere una persona estremamente aperta a livello di mentalità. Spero di dimostrarlo nel periodo di tempo in cui lavorerò qui”
A cura di Marco Beltrami
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Giacca, cravata e prime parole in inglese. Maurizio Sarri stupisce tutti alla presentazione ufficiale al Chelsea. Il toscano può finalmente parlare da nuovo allenatore dei Blues dopo il tira e molla di calciomercato degli ultimi mesi. Grande voglia di confrontarsi con la Premier League per l'ex Napoli che non vede l'ora di esordire in quello che considera un campionato migliore rispetto alla Serie A.

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Sarri e la conferenza stampa in giacca e cravatta al Chelsea

E Maurizio Sarri ha iniziato la sua prima conferenza stampa da allenatore del Chelsea parlando in lingua inglese come evidenziato da Sky. Queste le sue prime parole: "È un grande piacere essere qui a Londra, in Inghilterra e in Premier League, in questo momento è il miglior campionato del mondo. Sono molto felice, mi scuso con tutti perché il mio inglese non è perfetto, non voglio dire niente di sbagliato quindi da ora in poi risponderò in italiano. Spero di poter parlare in inglese in poche settimane. Avevo una situazione da risolvere col Napoli, quindi non stavo pianificando niente: sapevo che il Chelsea era interessato, ma la mia situazione si è risolta solo poche settimane fa"

La Premier meglio della Serie A per l'ex allenatore del Napoli

Una bella sfida quella di Maurizio Sarri al Chelsea, con la volontà di lasciare il segno in un campionato considerato di livello superiore alla Serie A. Sempre con la priorità di divertire: "Adesso sta a me e al mio staff lavorare. Per me questa è una sfida difficile ma affascinante, so che sarà difficilissimo, qui ci sono i migliori allenatori del mondo e i giocatori più forti, quindi so che sarà una sfida estremamente difficile. Non ho chiesto niente a nessuno, voglio farmi la mia esperienza anche con i miei errori. La Premier è diversa dalla Serie A perché è un campionato più forte, la Serie A rimane un campionato tatticamente difficile, ma qui ci sono i giocatori più forti. Però non voglio stravolgermi, io per fare bene ho bisogno di divertirmi. E anche in Premier negli ultimi anni è cambiato qualcosa".

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Sarri e il lavoro di Conte al Chelsea

Come sarà il nuovo Chelsea di Maurizio Sarri? Bisognerà ripartire da Antonio Conte, l'imperativo per il nuovo allenatore dei Blues è quello di allenare una squadra capace di imporre il proprio gioco, in attesa magari del mercato: "Io sono più un allenatore da campo, non un manager a tutto tondo. Sinceramente sono annoiato dal mercato, il nostro compito, quello degli allenatori, deve essere quello di far crescere i giocatori. Io qui voglio divertirmi ed essere competitivo, al Napoli l'ho fatto. Mi piace molto non essere condizionato da niente e da nessuno,Conte qui ha fatto risultati straordinari perché è un allenatore straordinario, ma è chiaro che io giochi in maniera leggermente diversa, quindi ci vorrà un po' di tempo per la squadra. Le cose buone fatte da Conte non devono andare disperse, ma nel calcio attuale diventa importante anche saper imporre la propria filosofia di calcio in tempi minori rispetto a quelli a cui eravamo abituati. In alcune esperienze precedenti ho avuto bisogno di molto tempo, nella penultima mi sono serviti tre mesi di tempo e ho resistito grazie alla lungimiranza del club, nell'ultima meno, perché col Napoli abbiamo sofferto nelle prime tre partite e poi abbiamo iniziato un ciclo positivo".

Perché Sarri ha rotto con De Laurentiis

E a proposito del Napoli, ecco che Sarri è tornato a parlare della conclusione del suo rapporto con il presidente De Laurentiis: "Era inevitabile lasciarsi così con De Laurentiis? Non lo so, io ho un ricordo stupendo con Napoli, è una tifoseria che amo e amerò sempre in maniera viscerale. Poi se ci siamo lasciati male con la società e il presidente credo ci siano stati errori da entrambe le parti. Il presidente può avere interpretato male certi miei silenzi, ma erano frutto di un momento di incertezza di chi pensava che forse era arrivato il momento di lasciare ma che aveva il cuore straziato al pensiero. Ma credo che nei prossimi anni anche questo momento verrà superato". E sul confronto con due giganti come Guardiola e Mourinho: "Pep è un genio, José ha vinto praticamente tutto. Lui viene soprannominato ‘Special One'? Il mio desiderio è che tutti, al centro sportivo e fuori, mi chiamassero semplicemente Maurizio"

Le accuse di omofobia e razzismo

In conclusione ecco la risposta sulle presunti voci legate al razzismo e all'omofobia, legate agli episodi del passato: "Le polemiche su alcuni episodi del passato? Penso che nessuno mi possa definire né omofobo, né sessista, né razzista. Penso di essere una persona estremamente aperta a livello di mentalità. Spero di dimostrarlo nel periodo di tempo in cui lavorerò qui, si è parlato di alcuni errori fatti ma anche ingigantiti. Ma quando uno fa degli errori deve scusarsi e capire che possono arrivare anche delle critiche dalla stampa. Scusarsi però conta poco, dimostrare è la cosa più importante. Cercherò di farlo, così spero che possiate spazzare questa idea dal vostro cervello".

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