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Sampdoria, omaggio alla tomba di Boskov prima del Vojvodina

In occasione della trasferta di Europa League a Novi Sad, i doriani hanno reso omaggio al maestro che nel 1990-91 portò il tricolore nella Genova blucerchiata.
A cura di Alessio Pediglieri
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La sfida di Europa League è quasi un'ultima disperata spiaggia per la Sampdoria di Walter Zenga sconfitta all'andata per 4-0 a Genova nel match di andata che sta pregiudicando l'inizio di stagione del club e della nuova avventura dell'Uomo Ragno sulla panchina blucerchiata. Proprio contro il proprio passato, quello glorioso di Vujadin Boskov l'indimenticato mister dell'unico tricolore della Samp e che proprio a Novi Sad è stato sepolto ed è stato visitato da una delegazione mista di entrambe le formazioni.

Un omaggio doveroso per il ‘maestro' che nel 1990-91 trascinò la Sampdoria sul tetto d'Italia vestendola di tricolore. E forse anche un pizzico di scaramanzia verso la malasorte che ha visto i doriani essere travolti sotto di quattro gol dal piccolo Vojvodina che adesso sta sperando in un miracolo sportivo inaspettato.

La gara di ritorno del Terzo turno preliminare di Europa League a Novi Sad è stata dunque l'occasione per la Sampdoria per rendere omaggio a Vujadin Boskov: una delegazione mista della squadra ligure e del Vojvodina, club avversario dei genovesi, questa mattina si è recata nel cimitero della città serba per visitare la tomba del maestro.

Per i doriani erano presenti il portiere Puggioni e il D.s. Carlo Osti. Quest'ultimo, assieme al presidente del Vojvodina, Zoran Scepanovic, ha posato sulla tomba di Boskov una maglia doriana, una sciarpa e una corona di fiori. Presente anche Borislav, il nipote del tecnico serbo. La mattinata dedicata a Boskov si è conclusa nel Centro sportivo del Vojvodina, una struttura moderna e funzionale a lui dedicata. Fu proprio Boskov, infatti, una cinquantina di anni fa, a richiederne la costruzione.

Adesso però si pensa alla partita: per Zenga un test match cruciale in cui si delineerà anche il futuro del tecnico. Il presidente Ferrero gli ha conferito ancora fiducia ma a tempo perché lo scivolone casalingo, oltre ad aver fatto fare una pessima figura alla società a livello internazionale, ha minato i rapporti tra allenatore, giocatori e club.

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