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Sampdoria: lite Cassano-Garrone, la ricostruzione

Parole veramente offensive e gravissime quelle pronunciate dal barese nei confronti del presidente. Impossibile a questo punto una riconciliazione.
A cura di Jacopo Giove
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Cassano Cambiasso

GENOVA. Dopo quanto si è saputo oramai è certo. Cassano dà l'addio alla Sampdoria. Troppo gravi le parole rivolte dal calciatore nei confronti del presidente Riccardo Garrone. La ricostruzione dei fatti del resto non lascia spazio ad interpretazioni. Ma cerchiamo di capire cosa è successo. Nella sala riunioni del centro "Mugnaini" a Bogliasco il presidente chiede a Cassano di presenziare la sera stessa al premio "Rete d'Argento" a Sestri Levante, ma il barese rifiuta. Garrone prova ad insistere spiegandogli che ci tiene molto e che si tratta di rimanere pochissimo tempo, ma quando "Fantantonio" risponde in maniera poco elegante "Figurati se vado in quell'albergo di me…" allora gli animi si scaldano. Il presidente sbotta dicendo "chi ti credi di essere" ed allora Cassano se ne va sbattendo la porta e gridandogli parolacce (ci sono addirittura tifosi che possono testimoniare), ma anche giocatori come Pazzini, Lucchini, Marilungo e Pozzi, nonchè il team manager Ajazzone e l'addetto stampa Marangon.

"Vecchio di me…, figlio di bo…", una sequela di volgarità che non rimarranno impunite. Perchè se la Sampdoria chiede la rescissione del contratto perdendo anche i soldi per una eventuale cessione, ma precisa in una nota "È in gioco la credibilità dell’intero staff dirigenziale e in difetto di una sanzione esemplare tutti i tesserati avrebbero libero diritto di ogni comportamento". Cassano però rilascia una dichiarazione all'Ansa: "Non è stato tenuto in conto il mio voler restare vicino a mia moglie. Non posso dire altro perchè ci tengo alla mia privacy ma un motivo c'è".

Jacopo Giove

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