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Sampdoria, Ferrero: “Marassi campo di patate. Se si fa male qualcuno denuncio tutti”

Il presidente blucerchiato a ruota libera su stadio, crisi del mondo del calcio, Lotito e regole per una Serie A più competitiva e spettacolare.
A cura di Marco Beltrami
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Ogni volta che interviene pubblicamente lascia il segno. Massimo Ferrero in poche settimane ha conquistato le copertine dei giornali sportivi e non solo italiani. Il presidente della Sampdoria è diventato popolare oltre che per la sua Samp terza in classifica anche per i suoi show e le sue dichiarazioni schiette o sopra le righe. Il patron blucerchiato si è espresso sulle a dir poco difficili condizioni del terreno di gioco dello Stadio di Marassi, già oggetto di critiche di mister Mihajlovic: “Io voglio fare impresa, non finanza. Riportare la gente allo stadio. Ma l’ha visto in che condizioni è? Mihajlovic ha detto che c’è un campo di patate: ha usato una licenza poetica. Se si fa male un mio giocatore, denuncio tutti. Io voglio un impianto che lavora sette giorni su sette, con servizi, spazi per i bambini”.

La crisi del calcio italiano

Gli stadi di proprietà potrebbero permettere al calcio italiano di risorgere dopo le delusioni degli ultimi anni. A proposito della crisi del calcio italiano Ferrero in una lunga intervista al Corriere della Sera ha dichiarato. “Il cinema oggi è alla frutta. Abbiamo insegnato il cinema agli americani, poi ci siamo persi. Avevamo i più grandi calciatori del mondo, poi ci siamo persi. Abbiamo pensato solo ai soldi dei diritti tv, ma il denaro ci ucciderà”.

Ferrero su Lotito e sui programmi del futuro per la Serie A

Una battuta anche sulla situazione all’interno della Federcalcio, e sulle nuove norme da introdurre nel massimo campionato italiano: "In Lega comanda Lotito, dall’altra parte c’è Agnelli, in mezzo c’è Aurelio, gli altri sembrano spaventati. Lotito? È un gran lavoratore, chissenefrega se mette la giacca della Nazionale. Avrà modi poco urbani, che detto da me vuol dire che sono veri. I contenuti però ancora non li ho visti. Serve un campionato a 16 squadre, senza la paura di andare in B. Se retrocedi perdi tutti i diritti tv. E poi ci vogliono cinque cambi per valorizzare la rosa”.

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