Samp, Roberto Mancini: “Mantovani era come un padre”
Vent'anni fa, il 14 ottobre del 1993, moriva Paolo Mantovani. E la Sampdoria ha voluto onorare il suo ricordo con il Memorial dedicato al presidente che costruì il miracolo blucerchiato, quello di Vialli e Mancini con Boskov in panchina e lo scudetto cucito sul petto nel '91. E se luca ha partecipato alla giornata speciale per i colori liguri, il suo ex gemello del gol – il ‘mancio', ora sulla panchina del Galatasaray – ha recapitato al Secolo XIX di Genova una lettera molto toccante nella quale racconta il suo rapporto con l'ex patron.
Hanno scritto che per me è stato un secondo padre e che io ero diventato per lui il quinto figlio – si legge nel testo -. C'è del vero, lo dico con rispetto verso mio padre e i suoi figli. A chi mi domanda cosa aveva di speciale il presidente rispondo: il rispetto verso tutti. Il presidente non alzava mai la voce, ma bastava uno sguardo, quando era scontento, per capire che si doveva cambiare registro.
La Coppa delle Coppe. "Sull'aereo che ci riportava a Genova Claudio Bosotin, il nostro magazziniere e capo degli Ultras, fece un commento ad alta voce: ‘Come sarebbe bello se mia madre, inferma, potesse alzare la coppa'. Evidentemente Mantovani ascoltò le sue parole. Quando fummo sul pullman, il ragionier Traverso gli comunicò che avrebbe provveduto a depositare il trofeo in sede. ‘No la coppa va a casa di Bosotin', lo corresse il presidente. E così la mamma di Boso poté stringere la coppa tra le mani".
La fascia di capitano. Ultimo aneddoto, il ‘mancio' lo regala raccontando della richiesta particolare che fece al massimo dirigente doriano. Mantovani gli disse no. "Ricordo che gli proposi di rinunciare a cinquanta milioni purché mi desse la fascia di capitano. Ma dovetti aspettare fino al '91, dopo la partenza di Luca Pellegrini". Altri tempi, altra stoffa.