Sacchi, Capello, Ancelotti e Allegri: i quattro moschettieri vincenti di Berlusconi (foto)
Silvio Berlusconi è pronto ad ammainare la propria bandiera da presidente rossonero dopo 19 anni di onorate vittorie in italia, in Europa e nel mondo. In uno dei momenti più bui della storia del Milan fatta di anni senza trofei, stagioni lontane dall'Europa, costanti cambi di tecnici e difficoltà economiche che si sono riversate sui risultati sportivi e in evidenti divergenze societarie. Oggi per i milanisti non resta che inorgoglirsi solamente ricordando il glorioso passato dell'era Berlusconi. Negli anni ’80-’90 c’era un Milan capace di vincere tutto ciò che poteva vincere. Un Milan diverso rispetto a quello attuale, quando Sacchi e Capello riuscirono a creare un Diavolo perfetto, che vinse 17 trofei in 9 anni sotto le guide dei due tecnici. E dopo di loro, gli anni di Ancelotti e Allegri, gli ultimi a portare a Milanello scudetti e Champions League.
IL MILAN DI ARRIGO SACCHI: 1989-1991
La rivoluzione sacchiana – Il 3 luglio 1987 è una data che ha fatto la storia del Milan: Arrigo Sacchi diventa il nuovo allenatore sostituendo in panchina Fabio Capello che aveva guidato per la prima volta i rossoneri nelle ultime 6 gare del campionato 1985-86 al posto dell’esonerato Nils Liedholm . Per il popolo rossonero fu una sorpresa, in quanto Sacchi, all’epoca, veniva da qualche esperienza nelle serie cadette. Ma il presidente Berlusconi si innamorò subito di Sacchi quando alla guida del Parma eliminò proprio il Diavolo dalla Coppa Italia. Sacchi portò nuove idee di intendere il calcio, non solo nell'anima del Diavolo ma anche e soprattutto nel cuore dell'Italia calcistica con un rivoluzionario 4-4-2. Il cosiddetto “4-4-2 in linea” prevedeva, appunto, 4 difensori, con i terzini che fungevano da pendolini aiutando in fase offensiva. A centrocampo, Sacchi prediligeva un mediano appostato davanti alla difesa, un trequartista, un jolly onnipresente capace di ricoprire tutti i ruoli e un velocista. In attacco, la prima punta veniva supportata da un altro attaccante che giostrava qualche metro più indietro. La formazione perfetta del Milan di Sacchi era così composta: Galli, Tassotti, Maldini, Costacurta, Baresi; Donadoni, Rijkaard, Ancelotti, Evani; Gullit, Van Basten.
L'Europa si tinge di rossonero – Questo Milan così composto era quasi una macchina perfetta, che ha richiesto del tempo per carburare perché i primi risultati di Sacchi, infatti, non sono soddisfacenti. Berlusconi, tuttavia, non demorde, e il tempo gli darà ragione. Al primo anno, i rossoneri concludono il girone d’andata di Serie A al secondo posto e, nel ritorno, compie la rimonta con sorpasso ai danni del Napoli di Maradona: i rossoneri vincono così l’11° Scudetto della loro storia. Nella stagione 1988-89, invece, sfuma lo Scudetto, vinto dal Napoli, ma arriva la terza Coppa dei Campioni. Dopo aver eliminato in semifinale il Real Madrid con il risultato straordinario di 5-0 nella gara di ritorno, i rossoneri si laureano campioni d’Europa battendo in finale il Barcellona con un ulteriore sonoro 4-0. Nei due anni successivi, dopo aver vinto Supercoppa Italiana, Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale nel 1989-90, il Milan si mantiene ai vertici del campionato ma senza ottenere nuovi trofei. Finché il tecnico di Fusignano decide di lasciare la guida tecnica per affrontare il fascino della Nazionale.
IL MILAN DI FABIO CAPELLO: 1991-1996
L'evoluzione perfetta del 4-4-2 sacchiano – L’era di Sacchi si conclude nel 1991, quando Arrigo viene nominato CT della Nazionale Italiana. Al suo posto ritorna un esordiente Fabio Capello. Come con Sacchi, il pubblico rossonero si divide: la poca esperienza da allenatore non convince del tutto i milanisti. Ma a smentirli ci pensa proprio il friulano di Pieris che crea un nuovo Milan che rasenta la perfezione. Se la squadra di Sacchi era una macchina vincente, quella di Capello divenne un macchina imbattibile. La società rossonera si afferma in Italia vincendo quattro scudetti di cui tre consecutivi – 1991-92, 1992-93, 1993-94, 1995-96 -, e si afferma pure in Europa, vincendo una Coppa dei Campioni – la quarta – nella stagione 1993-94. Anche Fabio Capello prediligeva il 4-4-2 “sacchiano” con alcune varianti precise. La formazione perfetta era così composta: Rossi, Panucci, Costacurta, Baresi, Maldini; Donadoni, Albertini, Desailly, Boban; Savicevic, Weah.
Don Fabio e gli Invincibili – E' il Milan degli Invincibili con il record di 58 partite consecutive senza sconfitte in campionato, iniziato il 26 maggio 1991 – ultima giornata con Sacchi ancora in panchina – e terminato il 21 marzo 1993, quando Faustino Asprilla, con la maglia del Parma, interruppe un record che finora nessuno è mai riuscito a superare. Quel Milan rappresentava la perfezione: grazie ad una rosa stellare, ma soprattutto grazie al suo carattere, alla sua forza e alla sua tenacia che il tecnico riuscì a infondere al gruppo fecero in modo di mantenere la società primeggiasse in una Serie A che, al contrario dell'attuale, poteva vantarsi di essere il miglior campionato d’Europa.
IL MILAN DI CARLO ANCELOTTI: 2001-2009
Carletto, l'allenatore perfetto – Il 5 novembre 2001 arriva sul trono rossonero Carlo Ancelotti, terza intuizione del presidente Berlusconi. Il tecnico non è alle prime armi ma deve ancora dimostrare di avere le qualità del vincente. E se oggi è tra i più titolati tecnici al mondo lo deve proprio all'esperienza al Milan quando ha sostituito a stagione in corso a Fatih Terim. Un arrivo a sorpresa, dopo due stagioni alla Juventus dove non era riuscito a esprimersi al meglio. Anche l'inizio al Milan non è eccellente: a fine stagione giunge al quarto posto, aggiudicandosi così i preliminari di Champions League. Nella stagione 2002/2003 però compie l'impresa portando il Milan al terzo posto in campionato ma soprattutto conquistando la finale di Champions League all'Old Trafford di Manchester contro la Juventus. E il 28 maggio 2003, dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari, si impone per 3-2 dopo i rigori col gol decisivo di Shevchenko a Buffon e alzando la Coppa Italia contro la Roma. La stagione successiva inizia con la vittoria della Supercoppa europea contro il Porto e si conclude con la vittoria dello scudetto, scivolando però a dicembre nella Coppa Intercontinentale persa contro il Boca Juniors.
Il trionfo sul tetto del Mondo – La stagione 2004/2005 è quella della seconda finale di Champions League quando però il 25 maggio 2005 il Milan perse contro il Liverpool allo stadio Atatürk di Istanbul pur chiudendo il primo tempo in vantaggio 3-0. Nel 2006/2007, dopo la penalizzazione iniziale di otto punti per le sentenze di Calciopoli, Ancelotti porta il Milan a raggiungere il quarto posto in campionato ma soprattutto a vincere nuovamente la Champions League allo Stadio Olimpico di Atene, il 23 maggio 2007 contro il Liverpool con il risultato di 2-1 conquistando la sua seconda Supercoppa Europea da allenatore e nel dicembre dello stesso anno vincendo la sua prima Coppa del Mondo per club a Yokohama battendo in finale il Boca Juniors per 4-2
IL MILAN DI MASSIMILIANO ALLEGRI: 2010-2014
Subito tricolore – "Acciughino" è l'ultima scommessa di Berlusconi: ha solo due panchine prima del Milan, quelle di Sassuolo e Cagliari, ma è considerato dalla critica uno dei tecnici emergenti. E malgrado pecchi di esperienza, parte subito bene con un successo rotondo, 4-0, contro il Lecce nella prima giornata di campionato a San Siro il 29 agosto che dà il via ad una marcia trionfante per la formazione lombarda che si laurea campione d'inverno e poi chiude il discorso scudetto il 7 maggio conquistando il tricolore dopo 7 anni. In Champions il Milan si ferma invece solo agli ottavi col Tottenham e in semifinale in Coppa Italia, ma c'è anche il successo in Supercoppa italiana grazie al 2-1 contro l'Inter nel derby giocato a Pechino nell'agosto 2011.
Il rinnovo e l'addio – Dalla gioia in campionato si passa al pronto rinnovo per altre due stagioni: nel 2011-2012 non ci sono successi in campionato dvoe i rossoneri finiscono alle spalle della Juventus di Conte, mentre si ferma ai quarti l'avventura in Champions League per mano del Barcellona e nella stagione 2012-2013 Allegri dimostra di saper valorizzare il materiale umano a disposizione dopo un mercato che vede partire campioni assoluti come Ibrahimovic e Thiago Silva, e altri appartenenti alla vecchia guardia. In campionato riesce ad ottenere la terza piazza, in Coppa Italia arriva solo ai quarti mentre in Champions è ancora il Barcellona di Messi a infrangere i sogni del Diavolo negli ottavi. Malgrado voci sempre più insistenti lo vogliono oramai lontano dal Milan, Allegri resta per la quarta stagione, fallimentare culminata con l'esonero di Sassuolo tra tensioni e polemiche