Russia, nuova legge per ridurre gli stranieri nello sport

Anche in Russia, il problema degli stranieri nello sport è attuale. Ed anche se non si parla apertamente di optì pobà mangiabanane, il Governo è al lavoro per ridurre il numero degli stranieri che partecipano ai campionati russi in vari sport: calcio, pallavolo, basket ed hockey su ghiaccio sono quelli più praticati e dunque quelli nei quali la nuova legge avrà sicuramente ripercussioni. Vitaly Mutko, ministro dello sport, ha annunciato l'imminente varo di una nuova legge che, gradualmente, diminuirà la presenza dei "non-russi" nei vari sport. Nel calcio, il limite massimo sarà di sei, mentre in altri sport come pallacanestro, hockey su ghiaccio e pallavolo, il limite sarà di tre. L'obiettivo è di innalzare il tasso tecnico russo in vista sopratutto dei Mondiali di calcio del 2018, quando per la prima volta il gigante euro-asiatico ospiterà la competizione iridata. Ed anche se i tempi dell'Unione Sovietica, capace di vincere l'Europeo 1960 ed arrivare alle semifinali mondiali del 1966, sono lontani, la speranza è che la Nazionale russa superi almeno i gironi: non succede dal 1986.
Il problema riguarderà però i club che disputano le competizioni europee, che da sempre attingono da Europa occidentale ed America del Sud per rinforzare le proprie squadre. Ad esempio, lo Zenit di San Pietroburgo, che parteciperà quest'anno alla fase a gironi di Champions League, conta ben undici stranieri in rosa: due belgi (Nicolas Lombaerts ed Alex Witsel), due portoghesi (Neto e Danny), un o spagnolo (Javi Garcia), un brasiliano (Hulk), un venezuelano (Salomón Rondón), un montenegrino (Luka Đorđević), un argentino (Ezequiel Garay), un ucraino (Anatolij Tymoščuk) ed un italiano (Mimmo Criscito). Difficile fare a meno di loro per l'avventura in Champions League, e puntare solo su russi. Insomma, si profilano tempi duri per le squadre russe, almeno per quanto riguarda le competizioni europee.