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Russia 2018, la minaccia terroristica: manifesti con Messi che piange sangue

Sul web sono comparsi fotomontaggi con Messi dietro le sbarre e che piange lacrime di sangue, insieme allo stadio della finale Mondiale di Russia 2018. Minacce probabilmente da parte degli estremisti dell’ISIS. L’allarme sicurezza è già scattato e la FIFA ha disposto nuovi ferrei controlli nelle aree che verranno interessate al torneo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Manca poco oramai per i Mondiali in Russia 2018. La prossima estate tutto il mondo del calcio – e non solo – guarderà ad Est per assistere all'appuntamento più importante del mondo del pallone. Ci saranno le migliori squadre di tutto il globo che si sfideranno per la conquista della Coppa, cercando di toglierla ai campioni uscenti della Germania. Ma purtroppo, il Mondiale russo rischia non solo di essere una festa dello sport ma anche l'occasione ghiotta per chi vorrà approfittare della kermesse iridata per scatenare le propria follia. Non è un mistero, infatti, che sarà uno dei Mondiali più blindato della storia in un Paese in cui il terrorismo e le guerre civili sono all'ordine del giorno.

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Forse si tratta di un altro atto goliardico, forse qualcuno ha voluto esagerare o forse è semplicemente tutto vero e ciò rende la situazione ancor più drammatica di quello che è: sul web, da qualche giorno, circolano alcune foto che ritraggono il fuoriclasse dell'Argentina Lionel Messi mentre piange dietro le sbarre. Un fotomontaggio in cui la Pulga piange lacrime di sangue. Sulla foto compare inoltre una minacciosa scritta: “You are fighting a state that does not have failure in its dictionary”. In un'altra immagine si vede lo stadio della finale di Mosca con la scritta: "Nemici di Allah in Russia, giuro che il fuoco dei nostri soldati vi brucerà"

Chiari segnali di un clima che si preannuncia quanto meno ostile. Ancora non ci sono state rivendicazioni ufficiali, anche se tutto riporta agli estremisti dell'ISIS potrebbe essere semplicemente una campagna mediatica che ispira all'odio e alla violenza e nulla più. In Russia comunque l’allerta terrorismo è molto alta, soprattutto dopo l’attento a San Pietroburgo dello scorso aprile in cui sono morte 14 persone, e i servizi di intelligence sono al lavoro per sventare ogni possibile minaccia. La presentatrice televisiva Ksenia Sobchak, dopo l’attentato di aprile, aveva ipotizzato la cancellazione del Mondiale, situazione che in realtà pare al momento impensabile e inverosimile

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