Ruschel: “Voglio tornare a giocare in memoria dei miei compagni morti”
Alan Ruschel vuol tornare a giocare. Il difensore della Chapecoense, uno dei pochi sopravvissuti al disastro aereo, non ha intenzione di appendere le scarpette al chiodo, né lasciare che la tragedia possa offuscare per sempre il ricordo dei compagni di squadra morti, delle vittime di quella sciagura. "Dite a mia moglie che sono vivo, portatele la mia fede nuziale", mormorò ai soccorritori che ne estrassero il corpo ferito dall'inferno di lamiere. Pochi giorni fa, invece, salutò tutti dall'ospedale in cui è stato ricoverato per quasi un mese mostrandosi in grado di camminare e sulla via della guarigione nonostante le lesioni riportate alla colonna vertebrale.

Jackson Follmann e Neto (gli altri due superstiti della squadra) dovranno attendere ancora un po' prima di poter lasciare l'ospedale. Ruschel, invece, ha già fatto ritorno a casa e da Chapecò ha espresso il suo più grande desiderio di indossare di nuovo a maglia della squadra, andare in campo nel 2017.
Non riuscirò mai a trovare le parole giuste per descrivere le mie emozioni, i miei sentimenti. Sono molto felice perché sono ancora vivo… se non avessi cambiato posto chissà che fine avrei fatto. Ma al tempo stesso sono molto triste per aver perso tanti amici, i miei compagni di squadra – ha ammesso Ruschel -. E' per questa ragione che voglio tornare a giocare così da onorare la loro memoria, in segno di rispetto per il dolore delle loro famiglie.
In un post pubblicato su Instagram il difensore appare sorridente accanto alla propria famiglia. E' una delle ultime immagini che lo ritraggono in un letto d'ospedale. "Nessuno conosce i piani di Dio. E a Dio chiedo di essere vicino ai familiari delle vittime. Ringrazio tutti per le preghiere e il grande sostegno ricevuti".