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Rosa forte, gioco vecchio: perché così la Juve di Allegri non è una grande squadra

In Italia ha mostrato di non avere rivali per la forza dell’organico a disposizione ma in Europa spesso soccombe. E’ lo strano caso della Juventus di Allegri e del ‘non gioco’ emerso anche contro il Napoli. Un grande club può davvero accettare tutto questo?
A cura di Jvan Sica
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Nell'articolo pre-partita è stato sottolineato un elemento che rendeva merito al Napoli e al suo allenatore e allo stesso tempo sottolineava una differenza netta fra le due squadre: Il numero di titolari fra le migliori nazionali al mondo della Juventus superava di gran lunga quello del Napoli. La Juve ha senza ombra di dubbio una rosa molto più esperta, profonda, completa e soprattutto, per dirla molto semplicemente così da non lasciare dubbi, formata da campioni molto più forti di quella del Napoli.

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Nonostante questo la partita di ieri è stata letteralmente dominata dal Napoli, con la Juventus che ha provato a giocare, anche se il termine è usato solo per cercare di avere degli elementi comuni di discussione perché sarebbe meglio dire "non ha giocato", come la partita d'andata, abbassando l'intera squadra nei propri 30 metri e sperando in un contropiede decisivo dei propri grandi campioni.

Un atteggiamento del genere non solo non può essere da Juventus e la sua fortissima squadra, ma soprattutto non ha più nessun senso nel calcio contemporaneo. Oggi il non-gioco non ha più nessuna cittadinanza, anche solo per un fatto di regole del calcio troppo più severe rispetto a un tempo in cui non giocare e sperare portava i suoi frutti. La Juve deve capire in fretta se Allegri è in grado di dare un gioco moderno alla squadra.

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Allegri in questi suoi anni juventini ha avuto un'ottima gestione delle risorse e – anche grazie ad una società già eccelsa in questo e capace di crescere sempre di più – è riuscito a creare una squadra compatta e determinata. Al di là di questa dote e capacità molto importanti, il lavoro di un allenatore delle prime 10 squadre al mondo non si può limitare a questo. E non deve nemmeno essere giudicato dal numero di vittorie del campionato, dove la Juve dominerebbe comunque per la rosa che ha (altrimenti perché il Bayern Monaco licenzia Ancelotti?), né per le finali di Champions League raggiunte (altrimenti Di Matteo è migliore di tutti gli allenatori di serie A avendola vinta).

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Il più grande pregio di un allenatore è la capacità di migliorare i propri calciatori, dote che deve venire fuori anche se sei allenatore del Real Madrid e nel tuo club arrivano i giocatori migliori al mondo. Qualche domanda: Higuain è migliorato rispetto al suo periodo napoletano? Dybala, dopo la promettente stagione da aspirante campione dello scorso anno, è migliorato? Ma anche se guardiamo al breve termine: Matuidi è migliorato rispetto alle sue prove con la Francia? La risposta segna la differenza abissale fra Allegri e Sarri.

L'eventuale vittoria anche di questo campionato non credo nasconderà l’inadeguatezza di Allegri nel far giocare in maniera davvero contemporanea una squadra come la Juventus. Ieri si vedevano centrocampisti che correvano solo all’indietro, difensori che facevano lanci di 50 metri sugli esterni, attaccanti vagare spalle alla porta senza mai avere un appoggio comodo. La Juve non può aspettare un altro anno rischiando di crollare definitivamente, Agnelli sa che deve agire questa estate per restare sempre insieme alle altri grandi.

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