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Ronaldo ha incontrato il piccolo Haidar, scampato all’attentato di Beirut

Cristiano Ronaldo ha incontrato Haidar Moustafa, un bimbo di tre anni sopravvissuto anche ai suoi genitori nel drammatico attentato in Libano.
A cura di Alessio Morra
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Agli inizi di novembre in Libano due kamikaze si sono fatti esplodere, sono morte 40 persone e oltre 200 sono rimaste ferite. Di questo attentato non se n’è parlato moltissimo, ed è stato completamente dimenticato dopo i fatti di Parigi. Tra i feriti libanesi c’è stato anche un bimbo di tre anni Haidar Moustafa che ha perso entrambi i genitori in seguito allo scoppio. Su Twitter, tra le tante drammatiche immagine postate da utenti del paese asiatico è stata inserita quella di questo bimbo immortalato all’ospedale con la maglia del Real Madrid. Nei giorni successivi, proprio pensando a quel piccolo rimasto orfano sul social network ha preso piede l’hasthag #CristianoMeetHaidar. A Madrid, a pochi giorni dal ‘Clasico’, Cristiano Ronaldo, che ancora una volta ha dimostrato di avere un grande cuore, ha incontrato il piccolo Haidar, che purtroppo sul suo volto ha ancora i segni di quel drammatico attentato. A testimonianza che, nonostante il grande cordoglio per i fatti avvenuti a Parigi, le guerre che sconvolgono il mondo sono ovunque.

Polemiche turche – In Turchia nel minuto di raccoglimento, effettuato in memoria delle vittime degli attentati di Parigi, poco prima dell’amichevole con la Grecia si sono sentiti fischi, cori, un paio di spettatori hanno gridato: ‘Allah u akbar’. Le polemiche sono montate rapidamente, il ct della Turchia Fatih Terim in conferenza stampa dopo la partita ha criticato coloro che hanno fatto sentire la propria voce durante quel minuto: “Come si può non rispettare un minuto di silenzio per le vittime degli attacchi? Per me è importante rendere omaggio a quelle vite. Lo sport è uno degli strumenti più importanti che si possono utilizzare per diffondere pace e fratellanza, e la minaccia terroristica ci getta nello sconforto, facendoci riflettere”.

La Federazione ha commentato quei cori dicendo che non c’è stata alcuna mancanza di rispetto verso la Francia, ma chi ha agito in quel modo ha voluto far sentire la sua voce anche per ricordare ciò che è accaduto il 10 ottobre, quando nella capitale Ankara durante una manifestazione pacifista due kamikaze si fecero saltare in aria e ci furono 120 morti e 200 feriti. Un portavoce della federazione invece non è andato troppo per il sottile e attaccando l’Uefa ha parlato di morti di Serie A e di Serie B: “In quella circostanza siamo stati noi a dover richiedere alla Uefa di poter giocare con il lutto al braccio, mentre con le vittime francesi, l’Uefa si è mossa autonomamente. Sembra che ci siano morti di Serie A e i Serie B e questo non è accettabile: bisogna rispettare i sentimenti di tutte le persone”.

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