Ronaldo: “Grazie di tutto, Boss”. Bolt: “Icona”. Lippi: “Non me l’aspettavo”.
"Grazie di tutto, Boss". Cristiano Ronaldo saluta così Alex Ferguson che per la stella portoghese del Real Madrid è stato tutto: padre, manager, pigmalione e, infine, trampolino di lancio verso le stelle del calcio internazionale. Ha la faccia di uno che ha capito e anche un principio di tristezza in fondo all'anima. Mille emozioni in tweet, come aprire i ricordi chiuso in uno scrigno. L'ultimo abbraccio nei quarti di Champions League, in occasione del match contro il Real Madrid di Mourinho. Tutto cominciò nell'estate del 2003: il campione lusitano, all'epoca appena 18enne, si mette in mostra in una partita amichevole giocata dal Manchester contro lo Sporting Lisbona. Gli inglesi prendono due ceffoni sul muso e quel ragazzo, che nelle scarpe mescola cuore e talento, è micidiale. Quando arriverà all'Old Trafford nell'agosto del 2003 per 12,24 milioni di sterline per i red devil sarà la fine di un incubo, per lui l'inizio di un sogno. Chiederà di indossare la maglia numero 28 (come allo Sporting), perché 7, nella numerologia dei tifosi del Manchester ha un valore sacro essendo appartenuta a campioni come George Best, Bryan Robson, Eric Cantona e, fino alla stagione precedente, David Beckham. "Dopo essere arrivato, il manager mi ha chiesto quale numero di maglia volevo. Io ho detto 28. Ma Ferguson mi ha detto ‘No, tu avrai la numero 7,' e la famosa maglia era un'ulteriore motivazione in più". E da allora è cominciata un'altra storia: fatta di gol (84 in 196 partite), trofei e quel Pallone d'Oro che lo ha incoronato nel 2009 tra i più forti bomber al mondo. "Ci sono stati tanti calciatori segnalati come "il nuovo George Best", ma questa è la prima volta che è un complimento per me". Così disse George Best, incoronando quel giovane con troppo gel tra i capelli e altrettanto talento.
"Non me l'aspettavo. Non pensavo che dentro di se avesse la voglia d smettere. Ci ho parlato tante volte anche negli ultimi anni e mi ha sempre detto che il calcio era la sua vita e che non aveva troppa voglia di tornare a casa dal ‘comandante', ovvero sua moglie". Tra l'ex ct azzurro, Marcello lippi, e il manager scozzese c'è sempre stato un forte legame e l'attuale tecnico del Guanghzou racconta: "Una persona con la sua cultura e con la sua intelligenza può fare tutti i lavori che vuole. E' giusto che vada in giro per il mondo per rappresentare il calcio, non solo lo United". Il ricordo personale. "La prima volta che l'ho conosciuto facevamo parte di un comitato degli allenatori più importanti d'Europa e mi ricordo che mi disse di essere rimasto impressionato dalla concentrazione dei giocatori della mia Juve nel tunnel prima della gara. Tante volte mi ha detto che prendeva da esempio la Juventus per la costruzione del suo grandissimo Manchester. Ci sono tante sfide che ricordo. Io non parlo inglese, e lui parla un inglese molto particolare e quindi avevamo sempre bisogno dell'interprete. Poi abbiamo scoperto che parlavamo il francese e da lì abbiamo preso a comunicare così. C'è stato un grandissimo rapporto. Ci scambiavamo bottiglie. Lui mi mandava whisky e io gli spedivo vino italiano, che lui gradiva molto. Parlavamo di tutto".
"Ferguson è uno dei grandi". Joseph Blatter, presidente della Fifa, gli rende omaggio così. "I risultati ottenuti fanno di lui, senza dubbio, uno dei grandi", twitta Blatter. "E' stato un onore premiarlo nella cerimonia del Pallone d'Oro 2011. La sua longevità sportiva ai massimi livelli sarà mai eguagliata".
"Un vero visionario": è così che il presidente Uefa, Michel Platini, descrive Sir Alex Ferguson. "Sir Alex ha dato un enorme contributo al calcio, non solo in Scozia e in Inghilterra ma in tutta Europa e anche oltre. Il suo impegno, la sua attenzione al dettaglio e il suo intuito per i nuovi talenti, sia con il Manchester United che con l'Aberdeen, hanno dato grandi risultati in 30 anni". Il suo curriculum è quasi unico, in una professione basata sui risultati e che normalmente si concentra su soluzioni a breve termine piuttosto che sul lungo periodo. "Spero che, avendoci aiutati in passato in varie iniziative per allenatori, continuerà a collaborare con la Uefa per condividere la sua sapienza con la prossima generazione di allenatori che vogliono sicuramente emulare le sue imprese in questo sport".
"Che carriera. Orgoglioso e onorato di essere stato allenato da Sir Alex Ferguson". L'attaccante della Fiorentina, Giuseppe Rossi, ex giocatore del Manchester United rende così omaggio, su twitter, a Sir Alex. Dal sito ufficiale della Fiorentina, l'attaccante viola aggiunge: "Ciò che più mi è rimasto impresso di Ferguson, oltre alla sua enorme bravura come allenatore, ma questo è evidente a tutti, è la sua grandissima umanità. Parla con tutti e tratta tutti alla stessa maniera, sia il più forte della squadra sia il più giovane e, secondo me, questo ha contribuito a fargli vincere così tanto".
"Una grandissima icona del calcio". Usain Bolt, stella della velocità, dedica un tweet a Sir Alex Ferguson. Lo sprinter giamaicano, pluriprimatista mondiale e pluricampione olimpico, è un noto appassionato di calcio e un acceso tifoso del Manchester United. Bolt, impegnato in un meeting alle Isole Cayman, pubblica anche una foto in cui è ritratto in compagnia del manager scozzese e chiude il messaggio con l'hashtag nel quale definisce Ferguson una "leggenda".