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Ronaldinho: la Corte suprema di Giustizia conferma il divieto ad abbandonare il Brasile

Ancora senza passaporto: per l’ex stella di Barcellona e Milan, la sospensione è stata confermata ancora per i prossimi due anni. Ronaldinho non ha mai pagato 2 milioni di euro per una condanna risalente al 2015. Non potrà presenziare ad eventi fuori dal suo Paese. Stesso divieto per suo fratello Assis.
A cura di Alessio Pediglieri
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Una costruzione di un manufatto abusivo a Porto Alegre, nello specifico una piattaforma da pesca e un attracco per barche di piccole dimensioni sulle rive del fiume Guaiba, senza licenza ambientale rilasciata dal Paese. E' questa la condanna che inguaia ancor oggi Ronaldinho, l'ex stella brasiliana di Barcellona e Milan, per la quale la Corte Suprema di Giustizia ha confermato la sospensione del passaporto e la possibilità di presenziare ad eventi fuori dal Brasile. Per quelle accuse, infatti, Ronaldinho e suo fratello Assis vennero condannati in via definitiva al pagamento di 2 milioni di euro, mai effettuato.

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Il danno economico e di immagine

E' un provvedimento che tocca sul vivo Ronaldinho, da quando il campione ha smesso di giocare. La sua maggiore parte di introiti, infatti, arriva grazie alla programmazione di eventi, con ‘gettoni' di presenza per ogni volta che è chiamato ad essere ospite. E spesso e volentieri, per la nomea e la fama che si è ritagliato quando correva sui campi da calcio, il miglior business lo ottiene fuori dal Brasile.

Un conto corrente da 6 euro

Il ritiro del passaporto, dunque, comporta per Ronaldinho un danno evidente dal punto di vista economico. Negli scorsi mesi, come ha confermato UOL Esporte un portale web tra i più noti in Brasile, lo Stato aveva anche cercato di intervenire direttamente sul suo conto bancario per sottrarre la somma dovuta (2 milioni di euro), trovando però nelle casse solo 6 euro.

La multa mai pagata

Il tribunale sei mesi fa aveva posto sotto sequestro i passaporti dei due fratelli non riuscendo ad ottenere i soldi della multa inflitta dal tribunale: l'infrazione contestata, che aveva portato al sequestro della piattaforma da pesca, si era conclusa con una condanna al pagamento di una multa pari a 8,5 milioni di reais (equivalenti a 2 milioni di euro).

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