Roma: Totti in panchina per 90′, è il segno delle gerarchie cambiate in attacco
Capita anche ai migliori. E, prima o poi, sarebbe capitato anche a lui, Francesco Totti. Nella gara contro il Verona (1-1 al debutto in A, gol di Florenzi) il capitano della Roma è rimasto in panchina per tutta la partita: escluso dalla formazione titolare, escluso anche dal novero dei possibili cambi che in corsa Garcia aveva tentato per raddrizzare le sorti del match. Dispiace vederlo accomodato sullo scranno, a bordo campo quasi fosse un semplice spettatore, ma la legge del calcio è anche questa: l'arrivo di Edin Dzeko, prelevato dal Manchester City grazie ai soldi ricavati col sacrificio di Romagnoli, era stato un segnale chiaro. Le gerarchie in attacco sono cambiate al punto che Iago Falque e Ibarbo (esterni) possono avere la priorità nelle scelte dell'allenatore per cambiare volto e modulo alla squadra a sfida in corso.
Esiste un caso Totti? No, perché il ‘pupone' resta il calciatore simbolo di Roma e della Roma. No, perché con la Champions alle porte (a fine mese i giallorossi conosceranno le avversarie del girone estratte dall'urna di Montecarlo) l'esperienza e le doti del ‘capitano' torneranno utili nei match di Coppa. No, perché per tentare la conquista dello scudetto – facendo marameo alla ‘vecchia signora' – servono ancora come il pane le energie di quel ragazzo di 38 anni al quale basta un tocco (sia esso su assist, sia su punizione oppure al tiro) per cambiare il verso di un incontro.
Eterno Totti, la sua è la stagione numero 24 con la maglia della ‘magica': acciuffare Maldini (25 primavere in rossonero) e giocare fino a 40 anni sono i prossimi traguardi. Questione di dettagli e di tempo che corre troppo in fretta… magari, lo si potesse fermare. Sono trascorsi 22 anni (1993) da quando esordì in Serie A: anche in quel campionato non fu convocato all'esordio. Nella stagione 1994/1995 indossò la maglia di titolare all'Olimpico contro il Foggia: a 17 anni corse sotto la Sud a festeggiare la rete dell'1-0 che portava la sua firma. In panchina c'è stato anche in altre occasioni: con Piacenza (1996) e Bologna (2002), salvo subentrare. Contro Empoli nel 1997, Udinese nel 2003, Napoli nel 2008 non è stato convocato. Dal 2009, invece, ha sempre avuto il posto fisso, inamovibile tra i primi undici. Capita anche ai migliori. E, prima o poi, sarebbe capitato anche a lui. Ma questo Totti lo sapeva già.