Roma, Ranieri tuona ai suoi: gioca chi sta meglio
Da qualche anno a questa parte, il "tranquillo" Ranieri mostra, a fasi alterne, il suo Mr. Hyde, infuocando gli animi dei giornalisti in sala stampa. In casa giallorossa, la tensione si taglia a fette: si parla di un gruppo spaccato, con i senatori da non mettere in discussione, si passa dal giornalistico "Perché hai sostituito Totti" al "Perché non hai sostituito Totti", e il tecnico ex Chelsea è saturo.
In vista dell'allenamento giornaliero, in sala riunioni, il tecnico della Roma ha strigliato i suoi, rendendo fin troppo chiaro il concetto: «Si riparte tutti alla pari, faccio giocare chi sta meglio, così non si può andare avanti». Effettivamente le sostituzioni effettuate nella partita contro il Napoli sono state oggetto di discussione, con annesse illazioni sull'effettiva "paura" di Ranieri nel troncare i senatori, in particolare, Totti; altre male lingue hanno ipotizzato uno scenario, in cui lo spogliatoio della squadra sia diviso in tronconi, ma Ranieri ha voluto smentire prontamente queste supposizioni: «In quaranta anni di calcio non avevo mai visto uno spogliatoio così unito».
Il campo non sembra dargli così torto, la squadra ha girato male anche a causa di episodi piuttosto sfortunati (vedi Brescia-Roma), e la mancanza di giocatori di rilievo nelle partite importanti come Mexes, Taddei e Vucinic s'è fatta sentire… mettici pure la paura di perdere, che porta ad arroccarsi in difesa come in Bayern Monaco-Roma, ed ecco che i risultati tardano ad arrivare; le vittorie contro Inter e Cluj sembravano dei segnali incoraggianti, ma la sconfitta al San Paolo ha rimesso tutto in discussione, ha fatto riemergere dalla palude le vecchie illazioni e i vecchi problemi che infliggevano la Roma d'inizio stagione, ma Ranieri tende a discolpare i suoi uomini: «Forse sono stato io a trasmettervi troppa pressione, per la voglia di risalire la china»; sta di fatto che, d'ora in poi, il tecnico capitolino sembrerebbe aver intenzione di prendersi le critiche della piazza e delle male lingue, e di proseguire una sua linea di coerenza ben definita: gioca chi sta meglio.
Giuseppe Senese