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Roma, Pjanic: “Totti leggenda. Garcia esalta le mie doti”

Il centrocampista bosniaco, al rientro dopo il doppio impegno con la nazionale, si racconta in una lunga intervista.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Miralem Pjanic tesse gli elogi di Francesco Totti e Rudi Garcia: il bosniaco, reduce dal doppio impegno con la Bosnia nelle qualificazioni ad Euro 2016 (due pareggi contro Galles e Belgio, solo un giallo in centottanta minuti per il bosniaco della Roma), ha rilasciato una lunga intervista alla rivista "Ultimo Uomo", focalizzandosi ovviamente sui rapporti con i due uomini-chiave della Roma, il capitano Francesco Totti e l'allenatore Rudi Garcia. "Con Totti in campo ci troviamo bene", ha spiegato Pianjc, "capiamo i movimenti l'uno dell'altro e sappiamo molto bene come giochiamo. Quando vedo che lui è un po' più basso, vado io un po' più alto. Totti è qualcosa di più del calcio: ha fatto la storia del calcio italiano, è una leggenda".

Il bosniaco, arrivato a Roma nell'agosto 2011, non dimentica però il periodo di "adattamento" al calcio nostrano. Voluto fortemente dall'allora tecnico giallorosso Luis Enrique, fu pagato 11 milioni di euro per prelevarlo dall'Olympique Lione, disputando una buona prima stagione in Italia. L'anno successivo, con Zdenek Zeman in panchina, Pjanic non riusciva ad esprimere tutto il suo potenziale: cosa che invece è riuscito a fare con l'arrivo di Rudi Garcia. "Zeman è un bravo allenatore", ha aggiunto il serbo nel corso dell'intervista, "forse però voleva un certo tipo di giocatori che non qui non c'erano. Lui chiede spesso ai centrocampisti di buttare la palla in avanti e di verticalizzare sempre. A me però piace giocarla come la sento io, come adesso mi chiede il mister: "fai quello che senti perché tu sei quello che decide, tu devi fare il tuo gioco". Questo mi dice Garcia oggi, ed è tutto completamente diverso", ha chiosato, "non che prima non me la sentissi di buttarla dentro, però a volte pensavo che la soluzione migliore fosse un'altra. La differenza, con Garcia, è che io adesso mi sento molto più libero. La squadra è molto più forte tatticamente, siamo equilibrati: adesso è tutta la squadra a fare la differenza, è questo lo spirito che ha portato il mister".

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