Roma – Parma 2-2, Totti gela Buffon con il suo “cucchiaio”, 29 Marzo 1998
Fino a dove può spingersi la genialità di un giocatore non ci è dato sapere. Ogni campione, ogni genio, ogni stella consacratasi nell'emisfero calcistico ha un modo tutto suo di rivelarsi alla storia. C'è chi lo fa con dribbling capace di sfidare l'elasticità del corpo umano, chi può vincere praticamente da solo facendo della palla un prolungamento del suo piede, chi s'inventa punizioni impossibili e c'è chi è capace di fare del "cucchiaio" la sua arma letale.
E' bene spiegare per chi non mastica molto di calcio il termine "cucchiaio" applicato alla scienza calcistica, completamente diverso dal termine largamente diffuso nelle cucine italiane. Dicesi cucchiaio, quel tocco inflitto sotto al pallone che permette d'imprimere una traiettoria arcuata alla palla facendole sorvolare l'ostacolo che le si para innanzi e di farle raggiungere il punto prefissato. Per i blasfemi il cucchiaio è comunemente detto pallonetto, ma per noi, è qualcosa di leggermente diverso. Con il cucchiaio è possibile scavalcare le barriere, innescare un compagno superando il muro difensivo, regalare assist da spellarsi le mani e, dulcis in fundo, si può realizzare gol da cineteca e Francesco Totti ha fatto del cucchiaio il suo marchio di fabbrica.
Con questa tecnica il capitano giallorosso ha siglato gol da cineteca, gol consacrati nella storia del calcio, gol che ancora a pensarci mettono i brividi per l'emozioni che hanno suscitato. Basti pensare a quello sfoderato contro l'Olanda nella semifinale di Euro 2000, o a quello nel derby contro la Lazio del 2002, quando la Lupa divorò l'Aquila con un secco 5-1 oppure a quello che garantì a Totti la standing ovation nella sfida contro l'Inter a San Siro nel 2005.
Tuttavia, nonostante la lunga serie di cucchiai inventati dal numero dieci giallorosso, il primo fu sfoderato in un Roma Parma, il 29 Marzo 1998. Sulla panchina romana c'era Zeman, quel tecnico boemo che fece di Totti l'uomo simbolo della sua Roma, nonchè capitano. Il Parma di quegli anni vantava, tra le sue fila, gente del calibro di Gigi Buffon, di Thuram, di Cannavaro, con il reparto offensivo targato Chiesa Crespo. Un Parma che era nel suo periodo d'oro e che l'anno successivo avrebbe vinto la sua seconda Coppa Uefa.
Fu una partita combattuta, che alla fine non accontentò nessuna delle due compagini. Le due squadre spartirono tutto, gol, tempi di gioco e soprattutto il bottino in palio. La Roma, targò il primo tempo, il Parma il secondo. I padroni di casa partirno con il piede pigiato sull'acceleratore e dopo soli 25′ già erano in vantaggio di due gol. Al 10′ Totti aprì le danze con il suo capolavoro. Paulo Sergio, lancia in profondità il giovane pupone che tutto solo davanti a Buffon e tallonato da Sensini a Apolloni termina la sua corsa con un tocco sotto di sinistro che fredda l'estremo difensore ducale e incanta l'Olimpico. Zampa in telecronaca sembra impazzire, i tifosi più che mai. Un tocco da predestinato, che sorvola Buffon e s'insacca alle sue spalle. Un tocco da campione che lascia di stucco quello che sarà il numero 1 azzurro, quello che sarà uno dei portieri più forti al mondo e per lasciare così anche il n° 1 tra i n°1, non si può che essere uno dei n° 10 più forti tra i n° 10 del mondo. Nacque così il cucchiaio di Francesco Totti.
Davide Pecchia