Roma-Milan, la chiave tattica in 5 mosse
La Roma aspetta e colpisce. Niang (20 passaggi e un solo dribbling) spreca un rigore, Nainggolan spacca una partita non proprio memorabile col suo primo gol al Milan. Il 3-4-1-2 flessibile di Spalletti perde spinta dopo l'infortunio di Bruno Peres. Ma il Milan non sfrutta gli spazi fra le linee, difende basso, e consente la fuga vincente del belga. Nel finale Dzeko va anche due volte vicino al raddoppio. Perotti, più difensivo soprattutto nel secondo tempo, si fa notare con 5 contrasti tentati. I 6 palloni intercettati e i 5 interventi a liberare l'area fanno di Rudiger il difensore più efficace in campo. In ombra nel Milan Bertolacci (appena 11 passaggi), poco incisivi Suso e Niang.
Le formazioni – Spalletti recupera Peres e conferma tutti gli 11 che hanno sconfitto la Lazio, lasciando in panchina El Shaarawy. L'ex Montella, costretto a rinunciare a Kucka, Bonaventura e Bacca, cambia un solo elemento rispetto al 2-1 sul Crotone : a centrocampo c'è l’altro ex Bertolacci e non Sosa a centrocampo. Davanti gioca Niang evidentemente per sfruttare gli spazi alle spalle di Peres, che gioca da esterno alto con Rudiger terzino in un 3-4-1-2 di partenza, spesso rimodellato con una difesa a 4 con Emerson quarto a sinistra.
1: il controllo delle fasce – Il Milan privilegia la circolazione bassa del pallone, anche Donnarumma appoggia a Paletta senza tanto cercare il rinvio lungo (peculiare il piazzamento dei centrali sui lati corti dell'area quando il portiere rimette in gioco il pallone). E' proprio Bertolacci, poi, nelle fasi di non possesso, a salire sulla linea di Lapadula e portare il primo pressing. Il ritmo in avvio non è altissimo, curiosamente è Peres a rimanere più bloccato con Emerson sistematicamente più alto, quasi da centrocampista aggiunto.
2: gli spazi sulla trequarti – L'obiettivo della Roma, solo intuito nell'apertura fuori misura dell'ex Torino al 12′, sembra estrinsecarsi nella volontà di addensare il gioco su un lato e scoprire il lato debole col cambio di fronte dalla parte opposta. Questa strategia può diventare particolarmente proficua avendo, come destinatario, uno fra Emerson e soprattutto Perotti, chiamato a creare superiorità numerica alle spalle di Suso, che tende ad accentrarsi di più nelle transizioni. è proprio l'ex Genoa che al 17′ crea la prima vera occasione del match. La Roma comincia a salire di ritmo e il Milan, che tiene Lapadula alto e staccato, fatica un po' a ribaltare presto l'azione. E' da inizio stagione, però, che il Milan si caratterizza per il baricentro basso al momento del recupero del pallone, e in questo caso sono gli esterni d'attacco che devono cucire bene il gioco nelle due fasi per evitare di lasciare spazi scoperti.
3: l'infortunio a Bruno Peres – La prima disattenzione nel controllo dei corridoi interni, proprio nella zonadi Rudiger, porta alla verticalizzazione di Bertolacci per Lapadula (Manolas difende in avanti ma non chiude la linea di passaggio), steso da Szczesny, che para il rigore a Niang. La spaccatura fra difesa e centrocampo, comunque, si fa evidente per entrambe le squadre all'aumentar del ritmo. Ma né Suso, né Perotti o Nainggolan riescono a massimizzare il potenziale vantaggio competitivo. E i bomber Lapadula (giocatore con la maggior percentuale realizzativa fra chi ha tirato almeno 5 volte nelle ultime quattro giornate) né Dzeko hanno troppe occasioni di incidere.
L'infortunio a Bruno Peres fa aumentare il tasso di ex in campo: Spalletti, infatti, ricorre a El Sharaawy e lo scacchiere tattico non cambia. La Roma, però, ha adesso due uomini in grado di tagliare verso il centro e supportare Dzeko, che comunque si spende generosamente per accorciare la squadra e garantire la profondità.
Il primo tempo lascia l'impressione di un confronto scacchistico fra due squadre che non hanno scelto ma han lasciato che fosse l'avversario a scegliere territorio e scenario. Due squadre che si sono divise equamente i passaggi negli ultimi 30 metri (44 a testa), ma hanno fatto girare il pallone soprattutto dietro. Addirittura l'appoggio di Donnarumma a Paletta è il più frequente (10) nei primi 45 minuti; 12 gli scambi fra De Sciglio e Romagnoli, 13 le verticalizzazioni fra Rudiger e Peres. Le otto conclusioni. 6 a 2 per la Roma, non alterano l'immagine complessiva dei primi 45 minuti.
4: Emerson e Romagnoli "registi" – Il 3-4-1-2 giallorosso, con El Shaarawy seconda punta e Perotti tornante a tutto campo a destra, si fa ora più marcato, più stabile, ma anche più prevedibile. C'è poco ritmo, però, e dopo 55′ Emerson e Romagnoli rimangono i due giocatori ad aver effettuato più passaggi . Un terzo degli appoggi delle due squadre, poi, sono rivolti all'indietro e anche De Rossi deve abbassarsi in mezzo ai difensori per facilitare l'uscita bassa del pallone.
Questa configurazione un po' meno flessibile porta naturalmente la Roma ad allungarsi, e se il centrocampo tende a schiacciarsi troppo verso la difesa, il ribaltamento si complica. Dzeko si muove molto ma lontano dalla porta e la prima conclusione della ripresa, al 61′, è di Perotti.
5: Nainggolan decisivo – E' lo squillo che accende la Roma. Il Milan torna ad esporre la difficoltà di difendere in avanti. Ci prova Romagnoli, ma è fuori tempo nel corridoio interno, Nainggolan lo anticipa e da fuori firma il suo primo gol contro il Milan.
L'ingresso di Mati Fernandez per Bertolacci, dopo un contropiede con break centrale non finalizzato da Lapadula, è il grimaldello che, nelle intenzioni di Montella, dovrebbe portare a una migliore circolazione e gestione del pallone fra le linee. L'esigenza di un minore scollamento si traduce anche nell'uscita di Lapadula per Luis Adriano. Negli ultimi 6′, entra anche Honda per Pasalic e il Milan si ridisegna secondo uno sbilanciato 4-2-3-1. Ma a parte un paio di tentativi di Dzeko, la partita non cambia. La Roma non brilla, ma si prepara al meglio al big match di sabato contro la Juve.