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Roma letale, ma la Juve una partita così non l’avrebbe persa: ecco il limite del Napoli

Il colpo di tacco di Mario Rui che agevola il quarto gol, di Perotti, è l’immagine del Napoli di oggi. La ricerca della leggerezza non si traduce in efficacia. La Roma sfodera una prestazione perfetta, da squadra da trasferta. Il 4-2 evidenzia i limiti degli azzurri nella corsa verso lo scudetto.
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Addio bellezza, addio scudetto. L'improvvido colpo di tacco in area di Mario Rui che di fatto serve a Perotti l'involontario assist del 4-1 è il manifesto del pomeriggio diventato sera di un giorno da cani. Al Napoli non riesce niente, la Roma estrae una prestazione deluxe da grande squadra da trasferta. Ma si vedono tutti i limiti di un Napoli che ha spinto al limite per tutto l'anno, che è andato oltre il limite, e quando conta di più non ha più trovato un piano B per raddrizzare una serata storta. Che però si chiude con l'applauso non scontato di tutto il San Paolo.

Roma da trasferta, Alisson show

La Roma si conferma squadra da trasferta, che aspetta, si abbassa e riparte. Reparti compatti, linee vicine, l'estetica sacrificata a una logica di copertura degli spazi, dell'efficiente gestione dell'ampiezza: Di Francesco si vota alla sostanza, oltre i moduli, oltre la visione, verso il risultato.

Le imperfezioni nel meccanismo del Napoli, come i proverbiali granelli di sabbia che si innestano dentro un ingranaggio bello e sottile, zavorrano la qualità della manovra, la brillantezza della prestazione. Dopo i primi venti minuti, la Roma dimostra di tenere gli spazi, di non subire le ondate azzurre. Di Francesco addensa gli uomini per bloccare i rifornimenti verso Mertens che tira quasi solo da posizioni molto chiuse, defilate, e tocca una ventina di palloni nella prima ora di gioco, solo tre però all'interno dell'area. Il belga aumenta i rimpianti con la gemma, solitaria, finale, bella ma inutile, romanticamente bella perché inutile. Gli applausi tristi non sollevano il morale suo e di Sarri.

Il Napoli produce il massimo sforzo nel primo quarto d'ora del secondo tempo, l'energia produce un palo di Callejon dalla bandiera e un pressing potente ma confuso con qualche errore di troppo in fase di prima impostazione. L'attacco sbatte su un Alisson strepitoso, migliore in campo insieme a Dzeko

E quando l'imperfezione diventa regola, nel duello contro una squadra come la Juve che ha fatto della perfezione il suo imperativo anche nella gestione delle risorse, ogni sconfitta prima dello scontro diretto diventa un colpo pesante per il futuro del campionato.

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Serata da campioni, risolve Dzeko

La Roma, che ha perso solo una delle ultime 19 trasferte in Serie A (nel parziale per i giallorossi 14 vittorie e quattro pareggi), si conferma l'unica squadra a non aver ancora subito gol da fuori area. Il Napoli, che ha vinto 10 delle prime 13 partite al San Paolo (hanno fatto meglio solo nell'anno del secondo scudetto), non smette di pressare dopo il 61mo gol in stagione. Sarri chiede costantemente a Callejon di rimanere più alto, anche per contenere le eventuali sovrapposizioni di Kolarov, che crossa benissimo in area e finisce per esacerbare i limiti della marcatura a zona dei due centrali quando vanno a chiudere su Dzeko. Il bosniaco, che per 26′ non si vede mai, svetta come un taglio di luce sul cross morbido di Florenzi. I difensori cercano di non perdere la linea guardando la palla, gli consentono una gemma in torsione da grande attaccante con cui completa la rimonta e illumina una serata di riscatto, individuale e di squadra.

Non si limita alla fase di finalizzazione, Dzeko, che lancia il contropiede nello spazio, che viene indietro a dettare la profondità fra le linee e innesca la corsa di Under e Perotti. Rifinisce, si fa notare poco, quel tanto che basta a gelare il San Paolo con un sinistro a giro che è una pennellata d'artista. E' doppietta per il bosniaco, come l'anno scorso. E' il sipario, probabilmente, sulla lotta scudetto.

Napoli diesel, Under colpisce ancora

Il Napoli si conferma in versione diesel. Gli azzurri hanno subito otto dei 16 gol totali in questo campionato nel primo quarto d'ora di gioco (50%), un record in termini percentuali che Under fissa col pallonetto deviato da Mario Rui con cui la Roma ribalta la storia della partita. Di Francesco arretra Perotti e il Dybala turco a formare una linea di centrocampo a cinque in fase di non possesso.

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Il turco ha confermato tutte le qualità che spiegava a inizio anno l'amico e collega Bruno Bottaro, uno dei principali esperti italiani di calcio turco, firma di Mondo Futbol. “Si impegna molto in fase difensiva – diceva -, e ha segnato molti gol soltanto in virtù di una sua dote che lo porta a vedere l'azione prima ancora che si sviluppi, dunque ad essere sempre pronto a inserirsi in caso di sgroppate di compagni sulla fascia opposta”. Vedere per credere i gol di questa stagione.

C'è sempre il turco nelle incursioni, nelle ripartenze, a scandire il meglio della produzione offensiva giallorossa. Nel secondo tempo, Di Francesco chiede a lui e a Perotti un supporto supplementare, visto che Florenzi e Kolarov fanno più fatica a uscire, ad alleggerire la manovra in fase di uscita bassa del pallone.

Insigne illumina il Napoli ma non basta

La Roma si posiziona a zona in marcatura, sia sui calci piazzati, sia nelle situazioni di palla scoperta, di inserimento dalla fascia. Il gol nasce da una trama veloce degli azzurri e da una successione di imprecisioni difensive. Under non segue Mario Rui, sull'inserimento senza palla di Zielinski che libera spazio per Insigne non escono i difensori, non arretra De Rossi a chiudere la linea di passaggio. E' un errore non episodico, da cui si determina anche l'occasione di Insigne sul finale di primo tempo dopo il break nella zona di Kolarov.

Insigne, gol del vantaggio a parte, svaria, svolazza fra le linee, dipinge gli spazi. E' il grimaldello che mette in crisi gli equilibri difensivi, l'uomo verso cui la manovra del Napoli costantemente converge.

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La linea difensiva giallorossa tende ad arretrare e non a difendere in avanti sulle incursioni degli azzurri. Anche i centrocampisti sembrano più preoccupati di contenere che di produrre gioco, e lo sviluppo della manovra ne risente, fino al gol di Dzeko, con Perotti che non illumina, e la manovra che rallenta, fluttua senza verticalizzazioni. Ma con la maggiore densità che la Roma ottiene nella zona di centrocampo, affogando gli spazi per poi ripartire, i giallorossi riducono la fluidità della costruzione dei padroni di casa. Seminano il percorso offensivo della squadra di Sarri di ostacoli e insidie, costringono a continui piccoli ripensamenti.

Il Napoli produce sforzi e calci d'angolo, ma lascia spazi scoperti alle spalle dei terzini e del centrocampo. Lorenzo il Magnifico ci prova, anche da fuori, ma la squadra di Sarri sembra gradualmente perdere, se non a sprazzi, la facilità di circolazione rapida del pallone che sola può consegnare agli attaccanti una palla scoperta attaccabile senza marcatura. La doppia parata di uno strepitoso Alisson a un quarto d'ora dalla fine sigilla la vittoria, alimenta le speranze di quarto posto e il potenziale tesoretto giallorosso per la prossima Champions.

Allan chiave del centrocampo azzurro

Si gioca a ritmi altissimi, il Napoli stringe la linea difensiva e si affida costantemente a Jorginho per guidare l'uscita bassa del pallone. Di Francesco gli chiede di andare a pressare alto sull'italo-brasiliano ma non sempre l'equilibrio complessivo dei giallorossi, che tendono a schiacciarsi a volte un po' troppo senza palla, glielo consente.

A centrocampo, il mancato recupero di Hamsik porta Sarri a schierare da titolare Zielinski, sempre pronto a inserirsi senza palla. Nel trio c'è un fondamentale, anche se non sempre riconosciuto, fattore equilibratore come Allan. Il brasiliano, come ha sottolineato l'inviato di Sky Francesco Modugno a Radio Kiss Kiss, "è cresciuto tantissimo con Sarri, raggiungendo un livello da top-club europeo. Spesso viene sottovalutato, si dice ‘c’è anche lui’ quando si nominano gli azzurri più forti. Quell’anche va tolto: è un giocatore fortissimo”.

L'ingresso di Hamsik, che ancora cerca il 100mo gol in Serie A, per Zielinski, non cambia la storia.

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