28 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Roma, Juan Jesus: “Mai abbassare la testa di fronte al razzismo”

Il difensore giallorosso ha parlato dell’attacco razzista di cui è stato vittima: “Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno mandato messaggi solidali. Se domani mi chiedessero di stare in prima fila in questa lotta ci andrei di certo e con orgoglio. Così come sarei pronto, per primo, a un gesto forte in caso di manifestazioni razziste durante una partita”.
A cura di Alberto Pucci
28 CONDIVISIONI
Immagine

Dopo il caso di razzismo che lo ha visto purtroppo protagonista, e il successivo daspo al 36enne originario di Civitavecchia (colpevole di stalking e ripetute minacce), Juan Jesus è tornato a parlare dell'episodio razzista e del triste fenomeno che sta coinvolgendo il calcio italiano. Di fronte alla domanda sul perché ha deciso di intraprendere un'azione tanto decisa, il difensore giallorosso ha voluto spiegare e mandare un messaggio a tutti.

L'orgoglio e la forza di Juan Jesus

"Lo faccio non solo per me, ma per tutti quelli che subiscono offese per il colore della pelle e devono chinare la testa – ha dichiarato in un’intervista rilasciata a calciomercato.com – Non abbassatela. Tenetela alta, perché l’unica razza che esiste è quella umana. Siamo tutti fratelli. E se domani mi chiedessero di stare in prima fila in questa lotta ci andrei di certo e con orgoglio. Così come sarei pronto, per primo, a un gesto forte in caso di manifestazioni razziste durante una partita".

"Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno mandato messaggi solidali – ha aggiunto Juan Jesus – Dal Premier Conte, al sindaco di Roma Virginia Raggi, a tutti coloro che hanno avuto un pensiero per me. Questa simpatia e gli attestati che ho ricevuto li giro a tutti quelli che subiscono insulti quotidianamente in ogni parte del Mondo. Non siete soli, siamo tutti uniti contro l’ignoranza e l’odio". A far da eco alle parole del brasiliano, si è poi unito anche il suo procuratore.

Immagine

Le parole del procuratore

"Juan ci è rimasto male. Non è la prima volta che gli capita di subire questi insulti schifosi – ha spiegato Roberto Calenda – Ci tiene tantissimo a questa battaglia. Non solo per lui che comunque ha le spalle grandi ma soprattutto per tutti quelli che nella vita di tutti i giorni devono sopportare epiteti schifosi senza avere le possibilità di difendersi".

"Perché abbiamo deciso di andare fino in fondo? Perché questa volta si tratta di una persona che è andata avanti più di un mese a insultare Juan per il colore della sua pelle. Qui è razzismo allo stato puro, non un ragazzino che scrive cose che nemmeno conosce. Attenzione non voglio così giustificare tutti quegli haters minorenni che passano le giornate a ricoprire d’insulti persone famose. Anzi. Serve dare un segnale. E quello di Juan e della Roma è bellissimo. Si è fatta giurisprudenza. Da oggi in poi nulla sarà più come prima".

28 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views