Roma, imbarazzo per lo striscione “Verità per Giulio Regeni”

Il calcio, si sa, può essere una grande vetrina anche per fatti di cronaca. Tra i più "caldi" in questo particolare momento in Italia, c'è sicuramente l'omicidio di Giulio Regeni, il giovane ricercatore assassinato in Egitto in circostanze tutte da chiarire. Tra versioni "ufficiali" egiziane e "sospetti" tutti da confermare sul presunto coinvolgimento dei servizi segreti dell'ex-colonia britannica, la situazione è ormai tesa da entrambe le parti, e il desiderio di ottenere giustizia per il ragazzo italiano è più forte che mai.
Due giorni fa la Lega Serie A aveva deciso di appoggiare la richiesta di Amnesty International di sensibilizzare l'opinione pubblica, facendo entrare in campo per la 35esima giornata di Serie A le squadre con uno striscione che recitasse "Verità per Giulio Regeni". E le reazioni non si sono fatte attendere. In Egitto non hanno preso benissimo la vicenda: Abo Rida, vice presidente della federazione egiziana (tra l'altro interrogato di recente in merito all'inchiesta FIFA), ha subito chiarito la posizione della Roma, club nel quale milita l'egiziano Mohammed Salah (ed anche Stefan El Shaarawy, italiano doc ma di padre egiziano).
"La Roma ha chiesto di non partecipare a questa campagna – ha spiegato Rida intervistato da Sada El-Balad Channel, come riporta anche la Gazzetta – per evitare di mettere il calciatore in imbarazzo. Ho parlato personalmente con Salah, che mi ha confermato tutto. Peraltro, questa campagna non viola alcuna regola FIFA, perché non mostra nessuna discriminazione contro persone o Stati". Ma l'imbarazzo nel club giallorosso rimane: Salah è un grande simbolo dello sport in Egitto, e la sua presenza dietro lo striscione dedicato a Giulio Regeni avrebbe avuto un impatto fortissimo. Cosa accadrà nel prossimo fine settimana è tutto da vedere: forse lo striscione dell'Olimpico sarà portato comunque, ma dai bambini. Un impatto sicuramente diverso da quello che avrebbe potuto avere con la presenza di Salah.