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Roma, Garcia: “Vicini alla vetta dell’Everest, questo pareggio è un’iniezione di fiducia”

Dopo le emozioni della sfida contro il Barcellona, il tecnico francese sorride riguardando il risultato dell’Olimpico: “Tatticamente abbiamo giocato benissimo. E pensare che c’era chi ci aveva già dato per sconfitti”.
A cura di Alberto Pucci
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La Roma che nessuno si sarebbe mai aspettato, si è materializzata davanti alla squadra più forte d'Europa e, forse, anche del Mondo. Il risultato della notte romana, rende più forte l'undici di Rudi Garcia e accorcia di un pochino il "gap" tra il Barcellona dei marziani ed il resto della truppa continentale. Un risultato salutato dal tecnico francese con evidente soddisfazione: "Siamo stati molto vicini alla vetta dell'Everest – ha esordito l'allenatore giallorosso – Il pareggio contro i blaugrana è un risultato importante e sono certo che darà fiducia alla squadra. Abbiamo fatto una buona partita dal punto di vista tattico, difeso bene e tutti si sono impegnati. I ragazzi sono stati bravi". Il pericolo, con Messi, Neymar e Suarez davanti, era dietro l'angolo. Eppure la Roma è riuscita a guardare negli occhi l'avversario senza spaventarsi: "Rispetto all'anno scorso, siamo cresciuti e sono arrivati giocatori che hanno già giocato la Champions – ha continuato Rudi Garcia – Non puoi pareggiare col Barça senza 11 giocatori che fanno bene".

Con Francesco Totti desolatamente in panchina, ad ammirare il suo eroe Leo Messi, a fare il fenomeno ci ha pensato Alessandro Florenzi, autore dello straordinario gol del pareggio: "I miei hanno giocato tutti bene, ma se devo fare una menzione speciale la faccio per il gol da antologia di Florenzi – ha concluso Garcia – De Rossi ha lavorato tanto sui centrali ed è stato la punta alta del triangolo di centrocampo, anche per aiutare Dzeko. E' stato di un'intelligenza pazzesca e ci ha dato grande equilibrio. La bravura di Dzeko, spalle alla porta, ci ha fatto uscire dai 30 metri e la velocità di Salah ha fatto paura al Barcellona. Ho messo in campo un tridente importante e mi è piaciuto anche Iturbe. L'idea era quella di schierare una squadra camaleontica, capace di cambiare modulo e di diventare più offensiva. E pensare che c'era chi ci aveva già dato per sconfitti".

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