Roma, furia Dzeko: sostituito, manda a quel paese Spalletti
Il posticipo tra Pescara e Roma non ha prodotto sorprese: i giallorossi hanno vinto agevolmente grazie alle reti di Strootman, Nainggolan e Salah (doppietta), riportandosi a +4 sul Napoli. Ma la serata praticamente perfetta della Roma si + rovinata a venti minuti dalla fine, quando a punteggio ormai acquisito il tecnico Luciano Spalletti ha richiamato in panchina Edin Dzeko: una cambio dovuto probabilmente a preservarne le forze, visto che la Roma è attesa da un trio di partite niente male. Lazio, Milan e Juventus: tre gare (delle cinque rimaste prima della chiusura del campionato) in cui si può consolidare, o perdere, il secondo posto.
Eppure, il bosniaco non l'ha presa benissimo: rimasto a secco contro il Pescara, quando evidentemente sperava di incrementare il suo bottino di reti che lo vede in corsa per la classifica dei capocannonieri e per la Scarpa d'Oro, Dzeko diventa una furia al momento del cambio. Manda a quel paese Spalletti, che lo guarda malissimo, non gli stringe la mano e poi fugge negli spogliatoi. A fine gara, niente dichiraazioni per il bosniaco, che prende la strada del pullman visibilmente contrariato in volto.
Una serata, insomma, che poteva essere perfetta ma che ora rischia invece di vedere aperta una nuova polemica in casa Roma. Nainggolan, che con l'assenza di De Rossi ha giocato con la fascia di capitano, ha provato a fine gara a stemperare i toni. "Capisco la sua delusione, avrebbe voluto segnare", ha spiegato il belga, "ma le scelte vanno sempre rispettate". Parole che provano a mitigare le polemiche, visto che domenica è già tempo di derby: e la Roma vuole arrivarci nel migliore dei modi, senza ulteriori diatribe interne che possono costare caro nel finale di stagione. In questo senso anche le parole di Spalletti nel dopo-gara: "Siamo entrati nello spogliatoio, ci siamo trovati e baciati, si riparte", ha spiegato, "se Dzeko capisce qual è il mio ruolo e il suo bene, se no è uguale, i ruoli ci sono. Io faccio una sostituzione perché ho delle idee, abbiamo tre partite fondamentali e senza di lui non possiamo giocatore. Lo volevo preservare". Polemica chiusa, insomma. Almeno da parte del tecnico.