Roma e Napoli a confronto: come e dove si può vincere
Quella tra Roma e Napoli non è solo la partita tra la seconda e la terza forza del campionato di Serie A ma è l'incrocio tra due squadre che giocano un calcio molto differente e regalano spunti e letture ogni gara. Luciano Spalletti e Maurizio Sarri sono due ottimi esempi di come la scuola di allenatori italiani che non ha mai smesso di essere produttiva. Roma e Napoli hanno un modo diverso di approcciare e di gestire le gare e di portarle al 90°. Proviamo a capire insieme come si potrebbe sviluppare la gara dell'Olimpico di sabato.
La gara d'andata
Se il Napoli nella gara d'andata ha dovuto fare i conti per la prima volta con l'assenza di Arkadiusz Milik, infortunatosi in nazionale, la Roma si è disposta in un modo che poi l'avrebbe portata al 3-4-2-1 odierno. Maurizio Sarri non ha mai rinunciato al 4-3-3 e al posto del polacco ha proposto prima Manolo Gabbiadini e poi, con più fortuna, Dries Mertens, che è diventato il punto di riferimento offensivo.
I giallorossi iniziarono a far vedere al San Paolo quali erano le idee di Spalletti per il prosieguo della stagione: squadra corta, triangoli ben definiti e scivolamenti laterali o in copertura (le "diagonali difensive") da parte dei due esterni.
Florenzi
Il calciatore giallorosso nella gara d'andata aveva già dato segnali di un possibile passaggio da una difesa a 3 con il suo spostamento in avanti e lo scivolamento verso il centro di Juan Jesus con Fazio e Manolas. Quella, probabilmente, è stata la gara in cui Spalletti ha capito che uno schieramento corto con calciatori che uniscono qualità a quantità avrebbe garantito alla Roma delle buone prestazioni. Ora quella posizione è occupata da Bruno Peres a causa dell'infortunio del jolly della squadra capitolina e della Nazionale.
Come e dove si vince
Le squadre stanno vivendo dei momenti molto diversi della stagione: la Roma sta bene fisicamente, è in fiducia dopo la vittoria di San Siro contro l'Inter, nonostante il derby perso in Coppa Italia, e vuole provare a prendersi definitivamente il secondo posto. Il Napoli ha perso qualche certezza dopo la sconfitta casalinga con l'Atalanta e il ko di Torino con la Juve ma la squadra di Sarri ha portato in campo i dettami del suo tecnico: quello che risalta subito sono i cali fisici e di concentrazione soprattutto degli uomini che difendono.
Mettendo i due probabili schieramenti a confronto si capisce subito come i due triangoli di centrocampo saranno determinanti per la vittoria o per decidere la gara: De Rossi, Strootman e Nainggolan sono in un buon momento di forma e fisicamente possono mettere in difficoltà i tre azzurri che, però, potrebbero prevalere sul ritmo e nel movimento della palla. Imprescindibile Amadou Diawara davanti alla difesa, con buona pace per Jorginho, per contrastare la "muscolare" mediana giallorossa e far ripartire subito la manovra.
Interessante sarà l'interpretazione della fase difensiva dei laterali: capire come Bruno Peres e Emerson Palmieri aiuteranno il castello difensivo sulle incursioni di Callejon, Insigne e gli inserimenti di Hamsik e come Ghoulam affronterà Salah, visto che all'andata l'egiziano è stato decisivo in due delle tre reti e ha creato spesso problemi alla retroguardia partenopea.
Nel caso Spalletti decidesse di cambiare modulo e tornare al 4-2-3-1 allora i duelli tra i triangoli di centrocampo e i face to face sulle fasce potrebbero essere ancora più serrati e difficili.
Il duello tra Dzeko e i due centrali azzurri (Albiol e Koulibaly) sarà da tenere d'occhio per la vena realizzativa del bosniaco e la poca concentrazione dimostrata dalla coppia difensiva partenopea nelle ultime gare. L'approccio alla gara del Napoli può cambiare anche a seconda dell'utilizzo di una punta pesante come Milik o di Mertens e la profondità dettata dai movimenti del folletto belga potrebbe dar fastidio ai centrali giallorossi, così come successo con Immobile nella prima semifinale di Coppa Italia. Visti gli organici a confronto e il tasso tecnico delle due rose la partita sarà sicuramente interessante e sia Spalletti che Sarri sanno di giocarsi una buona fetta di stagione in 90 minuti. Ne vedremo delle belle.