Roma e Juventus, una Champions League da 80 milioni
Ottanta milioni. Tanto valgono la semifinale della Roma e il quarto di finale della Juventus in Champions League. Di simile c'è solo la cifra, non la percezione o le implicazioni per i conti delle due società. Ma è da qui che i club potranno iniziare a disegnare il futuro in campo e fuori.
Roma, incasso record
Gli incassi per la semifinale rappresentano una cifra record per la Roma, che nel 2016 arrivò a toccare i 68,5 dopo l'eliminazione negli ottavi contro il Real Madrid. Grazie alla doppia sfida con il Liverpool, la Roma può guardare al futuro anche societario con un po' più di tranquillità. Da questa edizione della Champions, infatti, i giallorossi incasseranno di soli premi per le prestazioni, 38.2 milioni. Al “fisso” di 12,7 per la presenza nella fase a gironi, infatti, si aggiungono i 4,5 per le tre vittorie e il milioni per i due pareggi nel gruppo C, i 6 milioni per il passaggio agli ottavi, i 6,5 per i quarti, e altri 7,5 per la semifinale.
A questi si devono sommare le due tranches del market pool. La prima, già messa a bilancio, da 19,25 milioni che dipende dal piazzamento in classifica nell'ultimo campionato. La seconda, funzione del numero di partite disputate dalle squadre di ciascuna nazione, grazie all'eliminazione della Juventus nei quarti vale 23,6 milioni (uno in più in caso di seconda storica rimonta e qualificazione alla finale).
Oltre 16 milioni di ricavi da biglietteria
Senza contare gli effetti indiretti, come l'aumento delle sponsorizzazioni, già emerso dalla relazione semestrale al 31 dicembre 2017, e dei ricavi da biglietteria che per questa edizione della Champions ammontano a 16.4 milioni (4.7 per la fase a gironi, come emerge dalla relazione, 2,694 per l'ottavo contro lo Shakhtar, 3,674 per il quarto contro il Barcellona e i 5,3 di incasso record per la semifinale contro i Reds).
Certo, come ha sottolineato Marco Bellinazzo sul Sole 24 Ore, la necessità di garantire elevati risultati ha creato uno squilibrio fra costo della rosa e fatturato, ma i 150 milioni di plusvaenze nelle ultime tre stagioni hanno salvaguardato la situazione societaria del club, per cui è già stato approvato un aumento di capitale da 115 milioni entro dicembre, coperto per l'82% dagli azionisti statunitensi e per la quota restante dal mercato azionario.
L'obiettivo è chiudere con perdite annullate o contenute, non superiori ai 15 milioni. Un risultato che la semifinale di Champions, la maggiore diversificazione delle fonti di ricavo, gli investimenti da 10 milioni l'anno su Trigoria e settore giovanile possono consentire di raggiungere anche senza interventi troppo pesanti sul mercato. Anche perché il costo della rosa non si può ridurre troppo se si vuole mantenere intatta la competitività della squadra in Europa.
Juventus, la semestrale rivela utili in calo
Chiaramente diverso il caso della Juventus, che ha la rosa più costosa della Serie A e non potrà replicare il primato europeo nella redistribuzione dei ricavi della scorsa stagione, i 110,4 milioni incassati dall'Uefa nonostante la sconfitta in finale a Cardiff. I bianconeri nella relazione semestrale al 31 dicembre 2017 hanno registrato un utile di 43.3 milioni, 28.7 meno rispetto ai 72 milioni dell'analogo periodo dell'esercizio precedente (-39.9%) Un risultato che deriva principalmente dai minori proventi della gestione dei calciatori, da maggiori costi per servizi esterni e altri oneri.
Da questa Champions, anche la Juventus infatti incasserà un'ottantina di milioni. I bianconeri arrivano a 58.2 con la prima tranche del market pool, il bonus di partecipazione da 12.7 milioni, e quelli per i risultati nella fase a gironi, gli ottavi e i quarti. Con l'eliminazione della Roma ne aggiungerebbe 19.6, con il passaggio in finale circa 600 mila euro in meno.
I ricavi da biglietteria, con gli abbonamenti tutti sottoscritti per il campionato, hanno fruttato per le cinque gare interne di Champions League, altri 11.46 milioni: 4,860 per le tre partite del girone, 2,650 per l'ottavo di finale contro il Tottenham e 3,944 per il quarto di finale d'andata contro il Real Madrid.
La necessità delle plusvalenze
Tuttavia, come sottolinea lo studio di Banca Imi dello scorso aprile, i ricavi della Juventus, plusvalenze a parte, restano inferiori di oltre 100 milioni rispetto alla media dei dieci club più ricchi d'Europa. Per questo, la società ha operato pesantemente sul mercato in uscita nelle ultime due stagioni. L'anno scorso, infatti, la Juve ha generato 139,8 milioni di plusvalenze, dai quali però bisogna scorporare i 27 versati a Raiola per l'operazione Pogba. La cifra definitiva, 112,8 milioni, non è poi così lontana dai 92,25 di questa stagione, considerando entrambe le sessioni di mercato, caratterizzata sopratuttto dalla cessione estiva di Bonucci che da sola ha consentito un guadagno di 38.25 milioni.
La Juve, che ha visto il titolo salire in Borsa del 4% dopo la vittoria di San Siro contro l'Inter, si avvia a quella che potrebbe diventare una stagione da anno zero, con una rosa ringiovanita, almeno una cessione di prestigio (Dybala?) accompagnata, come da tradizione bianconera, da acquisti di prospettiva che possano rinforzare la squadra.
Una torta più ricca dall'anno prossimo
È chiaro che dall'anno prossimo andar bene in Champions farà ancora meglio alle casse delle societò, visto che la torta da distribuire aumenterà del 35% e le squadre italiane ai gironi saranno quattro e avranno 15 milioni di euro garantiti contro i 12,7 attuali. Ogni vittoria varrà il doppio, 2,7 milioni (contro l'attuale 1,5). La qualificazione ad ottavi, quarti e semifinali garantirà rispettivamente 9,5, 10,5 e 12 (adesso sono 6, 6,5 e 7,5), e diventare campioni permetterà di incassarne 19 contro i 15,5 di oggi. Il market pool, poi, peserà solo per il 15% mentre i premi di partecipazione e risultati rappresenteranno il 55% della torta da dividere. Un'occasione da non farsi sfuggire, da programmare già nel mercato post-Mondiale della prossima estate.