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Roma, De Sanctis contro le istituzioni e a favore del codice di Prandelli

Il portiere giallorosso torna sui fatti dell’Olimpico in finale di Coppa Italia: “Triste vedere Marek costretto a parlare con i tifosi. Lo Stato promette ma poi non fa nulla”. E sulle scelte del Ct: “Il codice è utile se però è condiviso”
A cura di Alessio Pediglieri
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Morgan De Sanctis approfittando di un convegno in Capitale, dove erano presenti anche il tecnico Rudi Garcia e il compagno di squadra Alessandro Florenzi, ha dato sfogo al proprio pensiero attorno i fatti accaduti all'Olimpico in occasione della finalissima di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. E lo ha fatto denunciando l'assenza delle istituzioni politiche e sportive e condannando le violenze da stadio forse però fomentate anche da nuove regole che ne hanno esasperato gli animi. Poi, un pensiero ai prossimi Mondiali, alle scelte di Prandelli e al rinnovo di Pjanic, la stella su cui verrà costruita la Roma del futuro proiettata verso la Champions League.

Una voce contro – Le parole del ‘Pirata' giallorosso non ammettono  repliche: "Dobbiamo buttare fuori tutti gli stupidi dagli stadi, ci sono delle leggi da applicare, strade da seguire, in Inghilterra ci sono riusciti. Questo compito è delle società e delle istituzioni. Vedere Hamisk andare a parlare sotto la curva del Napoli non è stato un bellissimo messaggio. Pertanto mi chiedo: istituzioni, dove siete? Se ci siete battete un colpo. Proclami e promesse ci sono sempre, ciclicamente, ma poi purtroppo non seguono i fatti". Poi però De Sanctis parla anche della discriminazione territoriale, una normativa nuova che ha creato forse ancor più confusione di prima: "Fino a tre anni fa non c'era, era collegabile soltanto agli sfottò. Adesso entriamo in un discorso molto tecnico, ma bisogna capire che i problemi non sono solo napoletani, ma italiani".

Pjanic e Prandelli – Sul rinnovo di Pjanic, De Sanctis ha le idee chiare: "E’ un segnale importante, la Roma ha un grande futuro davanti a sé" che continuerà ad essere a tinte giallorosse. Il portiere della Roma poi commenta le scelte del Ct e soprattutto scende a difesa del tanto criticato codice etico: "Il codice è qualcosa di attuale e necessario all’interno di una squadra. A patto però che ci credano tutti senza pubblicizzarlo".

 

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