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Roma, cori e striscioni contro Napoli e la madre di Ciro Esposito

Prima e durante la sfida dell’Olimpico, la curva giallorossa ha più volte offeso i tifosi napoletani con cori beceri nei confronti della città e della madre del povero tifoso ucciso nello scorso maggio. La donna: “Affido a Dio chi ha scritto quelle cose”. Il legale della famiglia Esposito, Pisani, chiede la squalifica dell’impianto romano: “La Figc intervenga senza fare sconti”. Il comunicato della Roma: “Mai perdere il rispetto per il dolore e i morti”. Tavecchio: “Aperta un’inchiesta”.
A cura di Alberto Pucci
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Fortunatamente non ci sono stati episodi di violenza dentro e fuori dallo stadio Olimpico, anche se il pomeriggio di festa della Capitale è stato macchiato da episodi incivili, destinati a riaprire polemiche mai, in realtà, definitivamente chiuse. Prima del fischio di Rizzoli e subito dopo il "kick off" del match, dalla curva giallorossa (e forse anche da altri settori) sono partiti gli "ormai" famosi cori nei confronti della città napoletana e nei confronti della tifoseria azzurra. Dalla vergognosa richiesta al Vesuvio, si è passati ad un livello di insulto decisamente molto più alto. Dalla Curva Sud dell'Olimpico, infatti, sono partite offese dedicate ad Antonella Leardi: la mamma del povero Ciro Esposito. Insulti aggravati da una serie di striscioni davvero indecenti: "Che cosa triste, lucri sul funerale con libri e interviste!", "Dopo il libro… il film" e, per finire in "bellezza", il saluto al colpevole del tragico omicidio ("Daniele con noi").

"Affido chi ha scritto quegli striscioni nelle mani di Dio affinché possa cambiare il loro cuore", è questo il commento reso all'agenzia Ansa Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, colpita da quegli striscioni esposti all'Olimpico. "Ho visto la partita in tv – ha aggiunto – e mi sono sentita ferita da quelle parole, fa male sentire dire cose orribili su un figlio che si è perso".

Lo sdegno dell'avvocato – A seguire la partita, attraverso i teleschermi, anche il legale della famiglia Esposito che, come tutti quanti, è rimasto scandalizzato dagli striscioni dell'Olimpico: "Il dolore di un avvenimento tragico ed innaturale come quello della perdita di un figlio non lo auguro a nessuno e non si commenta mai soprattutto in maniera così strumentale e offensiva da parte di tifosi che dovrebbero augurarsi la pace ed i valori nello sport non l'odio e la violenza. Ogni giorno Antonella Leardi mantiene vivo il ricordo di Ciro, ed ogni giorno la ferita che da quel giorno porta nel cuore sanguina ininterrottamente. Ha deciso di ricordare e far vivere il giovane Ciro in ogni modo possibile e da esempio positivo. Ci aspettiamo una risposta repentina del presidente Malagò, presente alla presentazione del libro di cui è anche protagonista nella prefazione: quegli striscioni di mani delinquenti rappresentano una beffa anche per il presidente del Coni che dovrà chiedere alla Figc di intervenire senza sconti per nessuno".

Parole pesanti quelle dell'avvocato Angelo Pisani, che ha concluso il suo intervento chiedendo alle autorità del calcio di squalificare lo stadio Olimpico di Roma per gli insulti e le offese alla memoria di Ciro Esposito. "Che fine ha fatto il presidente del Consiglio, Renzi, presente alla finale di Coppa Italia dello scorso 3 maggio e per la quale espresse massima indignazione? Il giorno dopo disse: ‘Non lascerò il calcio nelle mani di questi delinquenti'. Ebbene, a distanza di un anno tutto è rimasto invariato, compreso il calcio che continua ad essere ostaggio di un manipolo di delinquenti che espongono tutti gli striscioni che vogliono, in barba alle istituzioni ed ai proclami risibili del presidente Renzi".

Il comunicato della Roma. "Come ripetutamente sostenuto, da ultimo in questa settimana che ha preceduto l'incontro con il Napoli, la AS Roma ritiene che ogni episodio che porti alla perdita di una vita in concomitanza di una partita di calcio, come accaduto ad esempio a Ciro Esposito, ad Antonio De Falchi, a Gabriele Sandri, a Vincenzo Spagnolo, a Filippo Raciti, Vincenzo Paparelli o ad altri, rappresenti una sconfitta dell'intera società civile, al di là delle appartenenze a squadre, società, gruppi di tifosi. E' evidente che l'enorme dolore che ne consegue meriti il massimo ed incondizionato rispetto da parte di tutti e richieda l'impegno di tutte le parti, tifosi, società e forze dell'ordine, affinché non si rinnovi, neanche in forma verbale, sugli spalti di uno stadio".

Inchiesta della Federazione. "Condanno l'accaduto – afferma il presidente della Figc, Tavecchio -, del quale la Procura Federale si è già interessata. Sarebbe però da chiarire come sia possibile che succeda in uno stadio con il massimo livello di sicurezza".

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