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Roma, che fine ha fatto Dzeko? Un gol in 343 minuti per l’ex City

Una pareggio (in casa col Sassuolo) e una sconfitta (a Marassi): la Roma rallenta in classifica e scivola a -7 dall’Inter capolista. Contro la Samp non è bastato il dominio territoriale per evitare il flop clamoroso scandito dall’autogol di Manolas.
A cura di Maurizio De Santis
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Ventuno cross su azione e 10 calci d'angolo tutti nel primo tempo, un dato record per la Serie A. Alla Roma di Rudi Garcia non sono bastati nemmeno i 39 traversoni e i 18 corner complessivi registrati dalle statistiche per far gol e vincere a Genova contro la Sampdoria. Un dominio assoluto rivelatosi inutile, anzi beffardo a giudicare dall'autorete di Manolas nel finale che ha consegnato il successo alla squadra di Zenga. Il tecnico ha alzato la voce nel dopo gara, puntando l'indice contro gli incredibili errori commessi, ma c'è un dato che balza all'occhio: che fine ha fatto il ‘gigante' Dzeko? Ha castigato la Juventus di testa, in un match che nella Capitale attendevano da tempo per prendersi la rivincita sulla ‘vecchia signora'. Una rete in 343 minuti giocati. Poi c'è stato il buio. E' mancato il guizzo decisivo. La zampata del bomber d'area non c'è stata, a Marassi come in altre occasioni. E adesso che i giallorossi sono a -7 dalla capolista Inter, intruppati in 9a posizione, questa tendenza preoccupante solleva dubbi anche sulla tipologia di gioco scelto e sviluppato che valorizza gli inserimenti degli esterni e dei centrocampisti (Salah, a segno coi blucerchiati, Iago, Iturbe, Pjanic, Florenzi) ma non riesce a innescare la potenza del bosniaco.

Cali di tensione e amnesie tattiche figlie anche dello sforzo fatto di recente in Champions contro il Barcellona, perché è la Coppa che da sempre sottrae energie mentali e fisiche alla squadra. Un punto in due partite (pareggio col Sassuolo in casa, ko in trasferta) sono duri da digerire. Sabato pomeriggio all'Olimpico arriverà il Carpi, la differenza di valori in classifica e in rosa è palese: battere la neo-promossa anche con un largo numero di reti diventa una necessità per prendere fiato, scacciare i cattivi pensieri. Magari proprio con i gol di Dzeko.

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