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Roma, carriera a rischio per Strootman?

L’ex medico sociale della Roma Brozzi è molto scettico sulle possibilità di recupero del giocatore dal secondo grave infortunio al ginocchio.
A cura di Marco Beltrami
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Il secondo infortunio al ginocchio di Kevin Strootman potrebbe seriamente rivelarsi ancor più grave del previsto. Il centrocampista olandese che saltò gran parte della scorsa stagione Mondiale compreso per le conseguenze di un brutto incidente di gioco, è finito nuovamente ko nel match contro la Fiorentina. E' stato lo stesso ex Psv a fare il punto della situazione, confermando di dover saltare l'intera seconda parte della stagione. A lui ha fatto eco anche la Roma con un comunicato inequivocabile: "Kevin Strootman è stato sottoposto in data odierna a revisione artroscopica al ginocchio sinistro durante la quale è stata verificata e confermata la stabilità del neo-legamento e rimossa la struttura fibrotica presente (Cyclops Syndrome). E' stata inoltre evidenziata una lesione cartilaginea che ha richiesto un trattamento chirurgico. Il calciatore ha già lasciato la struttura ospedaliera e seguirà un periodo di convalescenza domiciliare. Come da proCome da protocollo, dopo un primo controllo clinico, inizierà la fase di riabilitazione".

Carriera a rischio per Strootman. A distanza di alcune settimane sulle reali condizioni del giocatore e sui tempi di recupero è intervenuto Mario Brozzi. L'ex medico sociale della Roma ai microfoni della trasmissione "La partita perfetta", in onda su Gold Tv e su ReteSport non ha usato mezzi termini, attaccando anche i colleghi che hanno operato Strootman: "La mia sensazione è che l'intervento sul legamento di Strootman all'epoca non sia andato perfettamente. Non so cosa sia successo nel ginocchio del giocatore, ma la sindrome del ciclope è dovuta ad un problema di posizionamento del neo-legamento, lento o corto. E' con il deficit estensivo che si determina la lesione cartilaginea". Secondo Brozzi la carriera del giocatore è a rischio: "Perché non si è intervenuti sul legamento nella seconda operazione? Non lo so. Ora, se la situazione è questa, non vedo vie di fuga. Necessario un nuovo intervento? Non lo dico io. I protocolli sono sempre gli stessi. Io ho avuto la fortuna di sposare professionalmente una sola persona, ed è Pier Paolo Mariani, lui è un mago del posizionamento dei neo-legamenti, azzecca sempre l'angolo giusto. Quando ero alla Roma, l'unico intervento che facemmo fuori Trigoria fu per il menisco di Montella, perché solo in Svizzera facevano l'intervento di cui aveva bisogno per il problema che aveva. Francamente dispiace che sia stato depauperato un capitale incredibile di professionalità, è uno smacco per l'Italia. Quando iniziano ad andarsene tutti in giro, sappiate che non guarisce più nessuno".

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