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Robert Huth, eroe col City, fu squalificato per un quiz porno sui trans

La doppietta di Robert Huth stende il Manchester City e regala al Leicester punti pesanti per il titolo in Premier. La Football Association lo squalificò per 2 giornate per aver risposto ai quiz porno proposti da un account Twitter che interroga i followers sull’identità sessuale delle persone ritratte in foto.
A cura di Maurizio De Santis
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Un colpo di tacco e uno di testa. Una doppietta da urlo, due cazzotti sotto la cintura del Manchester. City piegato in due, finisce al tappeto. Mahrez regala magie, Vardy non segna, ci pensa il roccioso difensore del Leicester, Robert Huth, 31enne centrale a rifilare un paio di sberle da ko alla squadra dello sceicco che ha speso 510 milioni di euro per allestire una rosa che vale 6 volte quella delle ‘volpi' (95 milioni) e non riesce a svettare in Premier. La squadra di Ranieri è lanciata verso la conquista del titolo, il primo dei due scontri diretti è vinto (il prossimo è quello con l'Arsenal). Eroe di giornata è il tedesco che allo Stamford Bridge (ai tempi del suo arrivo al Chelsea) s'era guadagnato il nomignolo di ‘Muro di Berlino', per il modo in cui interpretava il proprio ruolo di difensore. Peccato che la sua carriera abbia preso una piega diversa tanto da finire dietro le quinte del torneo inglese: nelle ultime stagioni opportunità di giocare e trend di rendimento sono andati di pari passo al punto che anche allo Stoke City hanno maturato l'idea che la sua avventura fosse finita. Ranieri ha compiuto un mezzo miracolo anche con lui, ‘tinkerman' l'ha trasformato in un calciatore determinante.

Il quiz porno sui trans

Due giornate di squalifica e un'ammenda di ventimila euro per aver partecipato a un quiz porno. Robert Huth, difensore tedesco dello Stoke City, venne punito dalla Football Association che non gradì i tweet postati (poi fatti sparire con tanto di messaggio di scuse) sull'account ‘CockornoCock' (‘pene o non pene') che invita i followers a cimentarsi in domande molto particolari: ovvero, riconoscere in base a una foto, di cui alcuni dettagli sono opportunamente camuffati, se la persona ritratta nelle pose più provocanti oppure in altre molto esplicite è di sesso femminile oppure un transessuale. "Mi spiace se ho offeso qualcuno – ha ammesso il giocatore -. Non era mia intenzione farlo e nemmeno le mie parole erano rivolte a qualcuno".

Alla Federazione inglese, però, non sono bastati l'atto di contrizione, né la cancellazione dei tweet giudicati ‘indecenti, che hanno portato discredito e in violazione di norme specifiche previste dal regolamento', come si legge nelle motivazioni ufficiali della commissione disciplinare d'Oltremanica. Quei commenti sconci dell'ex centrale di Chelsea e Middlesbrough – raccontava il Daily Mail – hanno fatto trasecolare i giudici inflessibili già in passato intervenuti a censurare l'attività sui Social Network di tesserati, come accaduto a Rio Ferdinand del Qpr che venne punito con 3 giornate di stop e ben venticinquemila euro di multa per un tweet galeotto.

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