Rizzoli: “Bonucci non mi ha dato alcuna testata”
Due pesi e due misure. E' la considerazione che accomuna i tifosi del Napoli dopo la squalifica per 4 giornate inflitta a Higuain: con Bonucci – è opinione consolidata, non solo in casa partenopea – Rizzoli adottò un metro di giudizio differente, lo stesso Irrati (l'arbitro di Udine e in campo a Bologna, laddove al difensore bianconero pure venne risparmiato un ‘giallo' pesantissimo) è sembrato adottare l'applicazione fiscale del regolamento con ‘larga estensione interpretativa'. Fischietti e polemiche, quando c'è di mezzo la Juve è anche peggio considerati i veleni e i sospetti che il calcio italiano (da Calciopoli in poi) mai è riuscito ad appianare.
Tirato in ballo per l'episodio del ‘testa a testa' con Bonucci, Rizzoli – che al Mondiale in Brasile diresse la finalissima tra Argentina e Germania – è stato fermo nella replica rivolta a chi lo ha accusato di essere stato troppo indulgente. Premiato a Bologna dalla Fondazione "Dopo di noi onlus", ha spiegato quando accaduto nel derby di Torino un paio di settimane fa. "Bonucci non mi ha dato alcuna testata – ha ammesso -. Sono stato io a spingerlo, per allontanarlo dal giudice di linea. Le immagini non raccontano in maniera esatta quel che è successo. Se veramente avessi ricevuto una testata, non mi sarei limitato al cartellino giallo. Personalmente credo che chi gioca in A deve sempre tenere conto che costituisce un esempio per tutti, soprattutto quelli delle categorie minori".
Sarri, Mancini… la schiera degli allenatori scontenti per le direzioni di gara s'ingrossa. Un tempo erano solo le cosiddette ‘piccole' a lamentarsi, adesso il malcontento accomuna un numero maggiore di protagonisti. "Noi arbitri dobbiamo avere l'umiltà di riconoscere le nostre responsabilità quando sbagliamo – ha concluso Rizzoli -. Ma per migliorare la cultura calcistica anche tutti gli altri dovrebbero fare lo stesso".