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Riquelme, l’ultimo romantico del calcio

L’ex numero 10 del Boca Juniors e della Nazionale argentina ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo dopo aver vinto tutto in America Latina. In Europa Roman non ha lasciato un buon ricordo ma nella mente di tutti ritorna il Villareal dei miracoli. Parte con la storia dell’argentino di Don Torcuato la rubrica “Polvere di stelle”.
A cura di Vito Lamorte
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“Chiunque, dovendo andare da un punto A a un punto B, sceglierebbe un'autostrada a quattro corsie impiegando due ore. Chiunque tranne Riquelme, che ce ne metterebbe sei utilizzando una tortuosa strada panoramica, ma riempiendovi gli occhi di paesaggi meravigliosi”. Così scrisse di lui Jorge Valdano che, oltre ad essere stato un grandissimo attaccante e un dirigente di successo, è un'ottima “penna”. Il 26 gennaio 2015 Juan Roman Riquelme ha annunciato il suo addio al calcio giocato all'età di 36 anni. Il numero 10 argentino è uno dei calciatori più sottovalutati della storia del calcio moderno ma che vanta un palmares di tutto rispetto sia a livello di club che personale. Alla Bombonera, stadio del Boca Juniors, è una sorta di “dio” ed è stato votato dai tifosi come il calciatore più rappresentativo della storia del club xeneise.

Enganche

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Molti hanno sempre discusso sulla posizione nel rettangolo verde di Riquelme: trequartista, mezz'ala, seconda punta. No, Roman ha giocato e dato sempre il meglio nel ruolo che in America Latina chiamano “enganche”: si tratta della posizione più paradigmatica del calcio sudamericano perchè favorisce la libertà di gioco, l'improvvisazione e l'individualità. L'uomo di raccordo tra la fase difensiva e quella offfensiva della squadra: colui che detta l'ultima giocata. Tanti hanno criticato il ritmo con cui Riquelme affrontava le gare ma si tratta di una delle caratteristiche che lo hanno reso unico. Il suo fare elegante e passionale, riporta alla mente il ritmo di tango, gli ha permesso di inventare calcio con una semplicità disarmante. Inoltre disponeva di una notevole forza fisica che lo rendeva un osso duro anche nei contrasti: l'ex 10 del Boca andava a terra difficilmente rispetto a molti atleti che vanno giù con un soffio di vento.

Riquelme e il Boca

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“Ho preso la decisione di non giocare più a calcio. Ho realizzato i miei sogni con il Boca Juniors e con l’Argentinos. E poi non avrei potuto affrontare il Boca da avversario”. Riquelme si è identificato con i colori del Boca Juniors. Non ha mai nascosto di essere un tifoso xeneise, lo ha sempre ribadito senza problemi e ha sempre dato tutto per quella maglia andando contro le frizioni con diversi presidenti e rapporti non brillantissimi con alcuni compagni di squadra. Per ben due volte la società boquense ha dovuto ascoltare la voce dei tifosi scesi in piazza numerosi per manifestare a favore dell'Ultimo Diez. In azul y oro Roman ha conquistato 5 campionati argentini, 3 Copa Libertadores, una Recopa e una Coppa Intercontinentale. Un bottino niente male.

Un carattere molto particolare

Sono due i soprannomi che si porta dietro da sempre: “El Mudo”, il muto; e “El Loco”, ovvero il pazzo. Non si è mai parlato troppo di questo lato di Riquelme ma il Diez ha sempre avuto un carattere molto forte e per affrontare questo punto, prendo spunto da un episodio in particolare. Il giorno in cui Martìn Palermo ha siglato il record di gol con la camiseta del Boca contro l'Arsenal de Sarandì su un suo comodo assist nell'area piccola, Roman festeggiò da solo senza andare ad abbracciare Palermo e gli altri.

Una situazione che subito suscitò un certo clamore ma Riquelme in conferenza rispose semplicemente: “Io sono andato a festeggiare con la gente perchè non era un gol qualsiasi ma era quello del record. Dopo la rete di Chavez ho abbracciato tutti. Dentro il campo siamo una cosa sola, fuori ognuno fa la vita che vuole”. Questo è il Riquelme pensiero.

L'Albiceleste

Riquelme è stato un simbolo dell'Argentina calcistica. Dopo aver vinto il Campionato sudamericano Under-20 e il Campionato mondiale di calcio Under-20, ambedue nel 1997 con Josè Pekerman come commissario tecnico, possiamo affermare che il miglior periodo del 10 con la maglia albiceleste è quello tra il 2005 e il 2008. Riquelme trascina la rappresentativa argentina in finale di Confederations Cup nel 2005 e in quella di Copa America nel 2007. Nel 2006 fa parte della spedizione al Mondiale tedesco ma l'Argentina viene eliminata ai quarti dalla Germania.

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Nel 2008 viene scelto come fuori quota per disputare il torneo olimpico di Pechino 2008 e incontra nuovamente il Brasile sulla sua strada. Dopo le sconfitte in Confederations Cup e Copa America, l'Argentina batte i verdeoro per 3-0 in semifinale e riconquistano, a distanza di quattro anni, la medaglia d'oro ai Giochi olimpici. Grazie alle sue prestazioni Riquelme si è meritato il rispetto di diverse tifoserie e, stentavo a crederci anch'io, in uno degli ultimi derby con il River, Roman ha salutato un settore di tifosi che urlavano il suo nome. Una cosa che credo non sia mai accaduta prima.

Roman e l'Europa

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In Europa l'immagine di Riquelme è un po' più sbiadita. Nel 2002, dopo sette stagioni al Boca, Roman approda al Barcellona ma si scontra subito con l’allenatore blaugrana di allora, Luis Van Gaal, un altro che si era già guadagnato il soprannome di “Sergente di ferro” proprio per il suo modo di fare. Dopo l'eliminazione dalla Champions League ai quarti e 30 presenze condite da 3 reti, Riquelme approda al Villareal dove trova Manuel Pellegrini come dt. Il cileno lo mette a suo agio e grazie alle giocate del Mudo, il “Sottomarino Giallo” arrivò a toccare livelli più alti della sua storia, giungendo fino alla semifinale di Champions nel 2006, persa contro l’Arsenal. Con il Villarreal ha messo in bacheca due Coppe Intertoto ma anche a distanza di mesi l'errore dal dischetto contro i Gunners e alcuni problemi con Pellegrini portarono Riquelme di nuovo a casa, al Boca Juniors.

L'annuncio dell'addio

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“D’ora in poi sarò solo un tifoso e un papà, ma mi piacerebbe fare il presidente del Boca”. Questo è quanto ha dichiarato Riquelme alla ESPN al momento dell'annuncio del suo ritiro. Per ora è escluso che l'Ultimo Diez possa entrare in società, visti i rapporti con l’attuale patron Angelici, con cui ci furono aspre polemiche prima, durante e dopo il divorzio con gli xeneizes. Ma non si sa mai. Dopo aver riportato l'Argentinos Juniors nella massima divisione, Roman non se l’è sentita di continuare a giocare altrove nonostante le numerose offerte da tutto il continente. Con tutti i cambimenti che il calcio ha visto avvicendarsi in questi ultimi decenni credo che con l'addio al calcio di Juan Roman Riquelme se n'è andato l'ultimo romantico del futbol. Gracias por todo Roman!

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