Rinvii al 13 maggio, Liverani: “Troppo tardi, alcune partite potrebbero essere meno vere”
Sempre sul pezzo ,anche il tecnico del Lecce che dopo la batosta interna subita contro l'Atalanta (2-7 da parte degli orobici) è tornato anche a riflettere sul caos in cui sta provando a scuotersi la Serie A e tutto il calcio, davanti all'emergenza da Coronavirus e le restrizioni dei decreti governativi in vigore. Nessuna certezza, molte polemiche e una sensazione di incapacità nel gestire la situazione al meglio.
Davanti alle decisioni del Governo la Serie A ha perso equilibri già di per sè precari, entrando in contraddizione con se stessa e aprendo spaccature e diversi fronti di pensiero. La polemica di Marotta e di altri dirigenti sul rinvio delle gare, sulla impossibilità di giocare a porte chiuse, sul ripensamento delle decisioni prese è fortissima. Il rischio è quello di vedere un intero campionato falsato e la ‘minaccia' è anche quella di doverlo fermare una volta per tutte.
I rinvii al 13 maggio
Il calendario è intasato, trovare date disponibili a recuperi sensati appare impossibile, l'ultimo tentativo è fare slittare le semifinali di Coppa Italia per poter giocare i recuperi il prima possibile e non come stabilito al momento il prossimo 13 maggio, quando diversi giochi saranno giocoforza già stabiliti, con possibili retrocessioni, qualificazioni in Europa o, ancora, la corsa scudetto.
Gare più o meno vere
E' la preoccupazione di Liverani, che non ha peli sulla lingua nel dopo partita odierno sull'argomento scottante: "Una partita il 1° marzo ha un suo senso logico, possiamo considerarla vera. Ma se decidiamo che la stessa gara la posso giocare invece il 13 maggio, tutto si falsa perché a fine stagione ci sono meno partite vere"
Un campionato a rischio
Il tecnico del Lecce non vuole accusare nessuno di falsare il campionato ma prova a fare un discorso logico: "Se io non ho più un obiettivo a due gare dalla fine del campionato quel recupero sarà tutto un altro tipo di partita, senza grandi stimoli o motivazioni. Prendere una decisione non lineare per tutte le 20 squadre non è stata una scelta giusta proprio in un momento in cui il campionato sta dando grande equilibri sia per lo scudetto sia per la zona retrocessione"