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Rincon, ex Napoli, ricercato dall’Interpol per rapporti col narcotraffico

L’ex attaccante colombiano, che in A giocò con gli azzurri di Boskov, nei guai per i 3 mandati di cattura internazionale spiccati dalle Procure di Colombia, Panama e Brasile.
A cura di Maurizio De Santis
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Il suo nome compare nella black-list dei criminali ricercati a livello internazionale. Alla voce ‘wanted persons' dell'Interpol c'è anche Freddy Rincon, l'ex attaccante colombiano che negli Anni Novanta vestì la maglia azzurra del Napoli (28 presenze, 7 gol nella stagione 1994/1995, quella del settimo posto in Serie A e di Vujadin Boskov in panchina). In Italia vi restò appena una stagione, fu così anche nelle esperienze successive: dal Real Madrid fino al Corinthians dove nel 2004 chiuse la carriera di calciatore prima d'intraprendere quella di allenatore ma senza particolari fortune, l'ultimo incarico risale al 2010 quale vice-tecnico all'Atletico Mineiro. Da allora è apparso come opinionista tv sul canale brasiliano di ‘Espn'. Adesso su di lui gravano ben 3 mandati di cattura spiccati in seguito alle indagini condotte dalle Procure di Columbia, Panama e Brasile con l'accusa di narcotraffico internazionale.

Oggi 49enne, Rincon è sospettato di riciclaggio di denaro sporco e della promiscuità dei traffici indiscriminati con alcuni trafficanti di droga colombiani. La pista di denaro e di carta seguita dagli inquirenti ha permesso di risalire alla rete di contatti che un anno fa vennero scompaginati con l'arresto in Brasile di Pablo Rayo Montaño, ex esponente di spicco del ‘cartello' di Calì: somme investite in società fittizie e nell'acquisto di ben patrimoniali riconducibili a Montaño fecero scattare l'inchiesta da parte della Procura di Panama. Da allora, il suo nome non è mai uscito dal radar degli inquirenti: nemmeno dopo che, nel 2007, pur avendo scontato 4 mesi e mezzo di detenzione, riuscì a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati e ad abbandonare il carcere. I magistrati dello Stato Centro-americano, però, non hanno mai creduto alla sua innocenza tanto da chiedere (e ottenere) che l'Interpol emettesse un mandato di cattura internazionale.

Rincon s'è sempre professato innocente al punto che – come riportano i media sudamericani – in una delle sue ultime apparizioni televisive affermò: "E' solo una una vecchia storia per la quale in Brasile ho chiarito tutto e per questo sono tranquillo". A Panama la pensano diversamente.

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