Ricordate il ‘pazzo’ telecronista dell’Islanda? E’ vivo e ha perso il lavoro
Il "folle" telecronista islandese, la cui telecronaca di Islanda-Austria (o meglio, quella relativa al 2-1 islandese) ha fatto rapidamente il giro del mondo diventando viralissima, è stato licenziato. Non da telecronista, ma da assist manager del KR Reykjavik, club della massima divisione islandese di cui fa (o meglio "faceva") parte. Il gol di Arnór Ingvi Traustason, centrocampista dell'IFK Norrköping ma che dal 1° luglio 2016 sarà un calciatore del Rapid Vienna, lo ha fatto balzare agli onori di cronaca, più di quanto la sua carriera di calciatore avesse fatto.
Sì, perché Gudmundur Benediktsson (questo il nome del telecronista islandese, letteralmente impazzito al gol del 2-1 della sua nazionale) è uno che di certo si da molto da fare. Da giovane era considerato uno dei talenti più promettenti del calcio islandese, ma la sua carriera si è interrotta presto. A quindici anni, proprio quando stava per compiere il balzo nel grande calcio, ha rimediato un infortunio al ginocchio: il primo di una lunga serie di quattro interventi che lo hanno "accompagnato" fino al compimento dei vent'anni, e che ne ha rallentato l'esplosione.
Ha vestito anche la maglia della Nazionale islandese tra il 1994 ed il 2001, segnando anche due reti (una all'esordio, contro gli Emirati Arabi Uniti, un'altra qualche anno dopo contro la Macedonia) mentre la sua carriera di club si è svolta interamente in Islanda. Alla fine, nel 2009 ha appeso le scarpette al chiodo a 35 anni, mentre il figlio Albert è attualmente in forza al PSV Eindhoven. Insomma, uno che di calcio ne capisce: da qui la scelta del RK Reykjavik di sceglierlo come assistant manager. Ma i risultati della squadra, nona (su dodici) in classifica e reduce da tre sconfitte consecutive, hanno convinto la società a troncare i rapporti con diversi membri dello staff, tra cui lui. Al quale però resterà la consolazione di esserci anche per Inghilterra-Islanda, come telecronista della Nazionale: e chissà che non possa regalare una nuova "perla" virale.