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Ricardo Kakà gioca il derby Inter-Milan: “Segna Ibrahimovic… poi speriamo”

L’ex idolo della tifoseria rossonera ha fatto il suo pronostico sulla stracittadina ed è tornato a parlare del possibile coinvolgimento nel club milanese: “La voglia di tornare al Milan è tanta, ma il tempo non è quello giusto. Mi piacerebbe lavorare con Maldini e Boban, aiutare il club, imparare. Per ora mi accontento di seguire il derby da lontano”.
A cura di Alberto Pucci
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Al suo primo derby lasciò il segno con una rete, in quelli successivi fu quasi sempre determinante. Ricardo Kakà fa parte di quel gruppo di ex giocatori ‘rossonerazzurri', che hanno lasciato un segno indelebile nel nostro campionato e che seguiranno da vicino la sfida tra l'Inter di Lukaku e il Milan di Ibrahimovic. Raggiunto dalla ‘Gazzetta dello Sport', l'ex Pallone d'Oro brasiliano ha voluto parlare dell'atmosfera del Meazza durante la stracittadina: "San Siro è uno spettacolo meraviglioso e si tratta di una gara che può dare una bella spinta – ha spiegato – È una partita che può consentire al Milan di svoltare veramente".

"Si dice sempre che il derby è una partita a parte – ha continuato Kakà –  e quando lo giochi in Europa è ancora più unica. Un pronostico? Segna Ibra, poi speriamo bene. È splendido vedere come si diverte ancora". Se lo svedese sarà probabilmente in campo dall'inizio, il connazionale Paquetà comincerà invece dalla panchina: "Deve trovare fiducia in se stesso, l'anno scorso è andato bene ma il secondo anno si fa sempre più fatica. Gli altri cominciano a capirti, è più difficile. Può essere un giocatore importante, una buona mezzala. Deve cercare di mescolare le sue qualità e il suo istinto con le necessità del calcio italiano".

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Un futuro da dirigente

Ricardo Kakà, che in rossonero ha scritto pagine memorabili e che vorrebbe rientrare nel calcio con un ruolo manageriale, è poi tornato su quelle voci che più volte lo hanno accostato alla dirigenza milanista: "Ho finito il corso in Brasile e adesso sto approfondendo le mie conoscenze. Mi piacerebbe fra tanti anni anche fare il presidente. Allenatore o direttore sportivo no. La vita del primo è troppo complicata. In questo momento stare vicino ai miei figli è la cosa più importante. Poi chissà, fra cinque o dieci anni forse cambierò idea. La voglia di tornare al Milan è tanta, ma il tempo non è quello giusto – ha concluso – Mi piacerebbe lavorare con Maldini e Boban, aiutare il club, imparare. Per ora mi accontento di seguire il derby da lontano".

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