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Respinto l’ennesimo ricorso della Juventus, lo scudetto 2006 resta assegnato all’Inter

“Inammissibile”. È con questa motivazione che il Collegio di garanzia dello sport ha rigettato il ricorso della Juventus contro la Figc, l’Inter e il Coni per l’assegnazione ai nerazzurri dello scudetto 2006 da parte della Federcalcio. Si chiude così una battaglia legale iniziata a dicembre 2018 e che finora i bianconeri battuti sempre in aula.
A cura di Maurizio De Santis
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Ricorso respinto e condanna al pagamento delle spese processuali per un ammontare di 10 mila euro. È il verdetto del Collegio di garanzia dello Sport del Coni dinanzi al quale la Juventus aveva impugnato lo scudetto assegnato all'Inter nel 2006 dall'allora commissario, Guido Rossi. "Inammissibile", così è stato dichiarata quell'istanza che porta con sé scorie di Calciopoli, rabbia e orgoglio del club bianconero che dalla rivoluzione di allora a oggi ha continuato a contare il numero dei titoli (35 quelli ufficiali riconosciuti dalla Federazione) secondo una numerazione propria (37, compresi quelli revocati per lo scandalo che spedì la società in B e ne decapitò i vertici con Luciano Moggi colpito anche da provvedimento di radiazione sportiva).

Il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni

Che le possibilità di vedere riconosciute le proprie istanze fossero poche – se non addirittura nulle – lo immaginava la stessa Juventus che ha voluto portare avanti una battaglia di principio: e così, dopo che il 6 agosto scorso s'era vista ‘bocciata' dalla sentenza della Corte d'Appello federale, ha scelto di rivolgersi al Collegio di garanzia del Coni si era già pronunciato il 6 maggio, chiarendo come ormai non vi fossero più margini di impugnazione di fronte alla giustizia sportiva.

Il vizio di legittimità al quale s'era appellata la società

Perché i bianconeri sono andati comunque avanti pur sapendo che sarebbe stato inutile? Il ricorso affidato agli avvocati Chiappero e Landi verteva essenzialmente sulla legittimità del Collegio della Corte d'Appello chiamato al pronunciamento: secondo la tesi dei legali era decaduto dopo l'entrata in vigore del nuovo codice di giustizia sportiva il 17 giugno scorso, contestualmente alle nuove nomine. Tesi respinta dagli avvocati della Federcalcio, Medugno e Viglione (tra i relatori anche del nuovo codice) che hanno chiarito perché quell'atto era inammissibile: pur essendo decaduti, i membri del collegio restavano comunque nel pieno delle loro funzioni fino a nuove nomine.

La battaglia legale della Juventus iniziata nel 2018

È finita? Sembra di sì. Il pronunciamento del Collegio di garanzia dello Sport del Coni chiude una battaglia in carta bollata iniziata a dicembre del 2018 dopo che la Corte di Cassazione aveva messo la parola fine al procedimento dinanzi alla giustizia ordinaria. La Juventus, però, non si arrese e presentò due ricorsi: il primo – quello originale – al Collegio di garanzia che lo reputò inammissibile e il club lo impugnò al Tar; il secondo lo portò sul tavolo del Tribunale federale che lo dichiarò a sua volta inaccettabile. In Corte d'Appello aveva presentato altre due mozioni: ovvero, richiesta di sospensione in attesa del pronunciamento del Tar e contestuale revoca dello scudetto assegnato all'Inter. Entrambe rigettate e di nuovo appellate fino al pronunciamento odierno del Collegio di Garanzia del Coni.

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