Report Uefa: gli stipendi della Serie A secondi solo alla Premier League

La Serie A paga stipendi ai giocatori meno della sola Premier League. Con la differenza che in Premier giocano i migliori calciatori in circolazione mentre in Serie A tutte le squadre, anche le big, devono far fronte con i conti, i debiti, il fair play finanziario e quant'altro che le mette in costante ginocchio. In pratica, per dirla in soldoni, paghiamo salari che non ci possiamo permettere. Perché, al contrario dell'Inghilterra, il nostro sistema economico attorno al calcio è arretrato di almeno 50 anni, con stadi nella maggior parte dei casi non di proprietà e vetusti, un marketing approssimativo, una comunicazione insoddisfacente e un merchandising in cui nessuno ha mai creduto né investito.
Serie A: stipendi top, risultati flop
Uno scenario desolante che ci pone come lo zimbello del Vecchio Continente: le squadre italiane non vincono in campo internazionale, restano sempre nel limbo delle comprimarie di lusso, ma pagano i propri giocatori con stipendi alti, i più alti d'Europa, Premier League esclusa. Insomma, chi viene in Serie A è ben remunerato, più di quanto non avvenga in Liga (malgrado Barcellona, Real e Siviglia stanno monopolizzando lo scenario delle coppe da almeno un lustro) e più di quanto non si faccia in Bundesliga, il campionato dei campioni del Mondo in carica.
Il report dell'Uefa, Premier irraggiungibile
I dati sono vecchi di un anno, ma poco cambia: l'Uefa’s Club Licensing Benchmarking Report per l’esercizio del 2015 parla più che chiaramente di una "massa salariale del campionato più remunerativo (la Premier League)" che "è stato di più del doppio rispetto al campionato che lo segue (la Serie A), con la forza della sterlina che è riuscita a spingere i club inglesi fino a questa soglia". La mecca, dunque, è l'Inghilterra dove da sempre ci sono ingaggi da spavento (e non solo per il potere della sterlina). I club inglesi sono al top nella gestione del business calcio. Nulla è lasciato al caso, dalla vendita dei prodotti a marchio registrato, alla tutela delle royalty, dalla diversificazione del prodotto sui media, ad impianti di proprietà multifunzionali, fino all'esportazione del proprio brand in giro per il mondo.
Modello Suning, inversione di tendenza
In Italia, si sa, tutto è differente: ci si scanna per qualche milione di euro annuo in più da ricevere tramite i diritti tv, diventandone di fatto schiavi, senza sfruttare ciò che il sistema calcio propone e offre per nuovi business. Qualcosa si sta muovendo con i nuovi proprietari (Suning in questo senso potrà insegnare a molti come gestire un club come una vera e propria azienda) ma dagli altri fino ad oggi abbiamo copiato solo gli sbagli, come gli stipendi alti: "I costi dei salari complessivi dei 20 club di Serie A, dei 20 di Liga e dei 18 di Bundesliga, continuano a convergere e si registra una differenza di circa il 5% tra gli uni e gli altri, con il campionato tedesco che risulta essere terzo per stipendi aggregati ma è ora secondo in fatto di salari medi”
Top ten club: primo il Barça
Se si entra nello specifico, il top club che spende più di tutti al di là del campionato di appartenenza è il Barcellona: 340 milioni l'anno di salari. Una follia, ma se si guarda ciò che il club catalano ha conquistato negli ultimi 10 anni, si capisce benissimo come il tutto si giustifichi con le vittorie. Stesso discorso per il Real Madrid (290 milioni di euro) solo quest'anno campione d'Europa e del Mondo. Ha investito – e i risultati stanno arrivando – anche il Chelsea, terzo club per spesa giocatori con 284 milioni, davanti ai due Manchester. Poi il Psg, l'Arsenal, il Bayern e il Liverpool. Decima, è la Juventus che chiude la top ten con 189 milioni.
La top ten dei club spendaccioni
01 – Barcellona 340 milioni
02 – Real Madrid 290 milioni
03 – Chelsesa 284 milioni
04 – Manchester City 276 milioni
05 – Manchester United 266 milioni
06 – Psg 255 milioni
07 – Arsenal 250 milioni
08 – Bayern 236 milioni
09 – Liverpool 216 milioni
10 – Juventus 198 milioni