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Reati fiscali, Fabio Cannavaro rischia il processo per uno yacht

L’ex campione del mondo può finire nei guai: secondo gli inquirenti avrebbe aggirato le normative fiscali vigenti intestando a una società di noleggio lo yacht utilizzato regolarmente assieme ai familiari.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Fabio Cannavaro rischia il rinvio a giudizio per reati fiscali: per l'ex Pallone d'Oro, già campione del mondo con l'Italia nel 2006, l'accusa sarebbe quella di aver aggirato le normative fiscali vigenti intestando a una società di noleggio lo yacht che avrebbe invece utilizzato regolarmente assieme ai propri familiari. Ma l'inchiesta in realtà è molteplice, e quello riguardante Cannavaro sarebbe solo un filone. La questione riguardante l'ex-campione del mondo è anche la meno controversa: nella vicenda, come riportato da Repubblica, è indagato anche il commercialista e consulente dell’ex calciatore, ma secondo gli avvocati Luigi Petrillo e Virgilio Marino, legali di Cannavaro, "la Procura arriva fuori tempo: la stragrande maggioranza delle imputazioni è stata già smentita dalla Corte di Cassazione".

Ben più gravi gli altri due filoni: il generale Mango è accusato di rivelazione del segreto per aver riferito all'avvocato Roberto Guida, suo amico, prima l'esistenza delle indagini sull'imprenditore Roberto Imperatrice, e poi che lo studio del commercialista di Cannavaro era intercettato. Sulle presunte collusioni con la camorra, ovvero l'altro filone di indagini, la Procura ha indagato sugli investimenti dell’imprenditore Carlo Simeoli, tuttora detenuto e già genero di un esponente del clan Polverino, nella società Immobiliare Belvedere, che avrebbe dovuto realizzare il maxi parcheggio al Vomero.

L'inchiesta centrale comprende anche altri due filoni, che vanno dalla fuga di notizie che ha coinvolto il il generale della Guardia di Finanza Giuseppe Mango al presunto reimpiego di capitali del clan camorristico Polverino nella realizzazione di un centro sportivo con 122 box auto in via Aniello Falcone al Vomero. Complessivamente sono diciassette le persone che rischiano ora il rinvio a giudizio.

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