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Real, rimonta col brivido! Ramos e Carvajal stendono il Siviglia, Supercoppa a Madrid

Il Real passa col gol capolavoro di Asensio. Il Siviglia rimonta: pari dell’ex Palermo Vazquez, gol di Konplyanka su rigore. All’ultimo respiro Ramos pareggia. Al supplementare sogna la doppietta. Il Siviglia con l’uomo in meno crolla. Decide Carvajal.
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Chiamatela zona Sergio Ramos. Allo scadere di ogni finale, c'è sempre la sua testa a riscrivere la storia. Alla sua centesima in Europa, contro la squadra con cui ha iniziato e giocato 39 partite prima di passare al Real, contro il simbolo migliore della città che gli ha donato le chiavi nel maggio 2014, è lui l'uomo copertina della Supercoppa. Senza le vedette "galattiche", è Ramos il leader che salva il Real in una guerra del cuore dalle cause leggere e insostenibili come solo il pallone sa essere.

Zidane diventa il quinto a vincere la Supercoppa UEFA sia da giocatore che da allenatore dopo Josep Guardiola, Carlo Ancelotti, Diego Simeone e Luis Enrique. Il Siviglia perde per la quarta volta, eguagliato il record del Barcellona, la seconda contro il Real.

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A Siviglia è finita un'era, è cambiata quasi tutta la squadra. Gioco e fisionomia di gioco ci sono già, ma non bastano ad evitare una sconfitta dolorosa. Dopo il vantaggio di Asensio, gol capolavoro della stellina attesissima, il Real senza Bale e CR7 si adagia, si specchia. Il Siviglia la ribalta di merito con Vazquez e il rigore di Konoplyanka illudono gli andalusi, fino al colpo proprio dell'andaluso Ramos. E al capolavoro regala alla Spagna la Supercoppa Europea numero 14 della sua storia.

Le formazioni – Zidane presenta un Real in tono minore, senza il tridente BBC. Mancano Bale e Cristiano Ronaldo, oltre Keylor Navas, Pepe e Kroos. Prima chance però in attacco ad Álvaro Morata nel 4-3-3 di Zizou. A centrocampo è sempre Casemiro, già elemento chiave nella finale di Champions contro l'Atletico, il cardine dell'equilibrio a centrocampo. Sampaoli, quarto allenatore a fare il suo debutto ufficiale in Supercoppa Uefa dal 1998 dopo Guus Hiddink al Real Madrid e i due rivali nella sfida del 2004, Victor Fernandez al Porto e Claudio Ranieri al Valencia, vuole una squadra spettacolare, offensiva.

Arrivato nell'anno della rivoluzione dopo la fine dell'era Emery, passato al Paris Saint-Germain, sceglie un 3-4-3 con Mariano, Vietto e Vitolo davanti per una sfida già storica: il Siviglia è infatti la prima squadra a giocare tre supercoppe europee di fila. In estate sono andati via Immobile, Gameiro, Llorente Beto, Banega, Reyes, Krychowiak, Fazio, Coke, Cheryshev e Medràn. La nuova squadra di Sampaoli ha fatto il pienone.Oltre a Vietto, sono arrivati Pablo Sarabia (cresciuto nelle giovanili del Real), Franco Vázquez (dal Palermo), Joaquín Correa (dalla Sampdoria), Ganso, Ben Yedder, Kranevitter e il giapponese Kiyotake.

Avvio bloccato – I tanti cambiamenti rendono meno fluida la manovra del Siviglia, lenta a uscire dalla difesa anche perchè Mariano si muove poco palla al piede. Con Franco Vazquez fuori dal gioco per i primi 20 minuti abbondanti, al Siviglia non resta che affidarsi ai lanci lunghi. Così la prima finale europea a Trondheim, dove il Real si fece sorprendere dal Rosemborg nel 1997 nella notte in cui i tifosi cantavano “Non ci serve Zinedine Zidane, noi abbiamo Roar Strand", resta a lungo bloccata. Una gara tattica, con un Real equilibrato e in controllo e un Siviglia senza il furore dei giorni migliori.

Capolavoro Asensio – Sampaoli, dopo un inizio baldanzoso, chiede a Mariano di arretrare il raggio d'azione per contrastare la catena Marcelo-Asensio, con il classe '96 che di sinistro chiama alla parata Sergio Rico all'8′. È la prova generale del gol capolavoro che matura al 20′. Il maiorchino (oltre 1000 passaggi e 58 tiri, più di tutti i compagni con la maglia dei rojinegros nel 2014-15) fa scorrere bene palla, e centra l'incrocio con un mancino dall'angolo impossibile. Tornato dal prestito all'Espanyol, il campione europeo under 19 festeggia il primo gol al Real e lancia un messaggio chiaro a Isco e James Rodriguez. Un messaggio che si fa ancora più forte con la fuga alla mezz'ora, anche se stavolta non ha abbastanza angolo per il tiro e la tiene anche troppo per arrivare al cross.

Carriço scuote il Siviglia – Il Siviglia, che in Europa non ha mai battuto il Real (0-8 con quaterna di Di Stefano a 2-2 in Coppa Campioni 1957-58 prima della Supercoppa 2014 persa a Cardiff) si scuote. Vazquez si infila in un buco lasciato da una copertura non irreprensibile di Carbajal, cerca il fondo e disegna un assist morbido sul secondo palo per la battuta al volo di Mariano che però rovina la prima vera occasione dei blanquirojos. È Vazquez l'uomo chiave del Siviglia, che in pochi minuti crea almeno tre situazioni di pericolo, anche grazie a un paio di incertezze in copertura di Kovacic, spento anche in regia, e Casemiro (24 passaggi nel primo tempo, come Isco e più di ogni altro compagno).

La squadra di Sampaoli, nonostante il 65% di possesso palla nella prima mezz'ora, produce però solo un tiro in porta, la conclusione dalla distanza di Carriço, il giocatore che tocca più palloni di tutti nel primo tempo (61) e primo a raggiungere le 50 presenze in Europa League, deviata in angolo da Casilla.

Vazquez pareggia – È il segno però che qualcosa sta cambiando. E al 41′ l'effetto si fa chiaro sotto il cielo carico di pioggia di Trondheim. Un controllo non perfetto di Vitolo diventa un assist per Vazquez che piazza il mancino in buca d'angolo e firma l'1-1.

Sorpasso Konoplyanka – È proprio Carriço, il giocatore che ha toccato più palloni di tutti nel primo tempo (61), il primo a dover alzare bandiera bianca a inizio ripresa. Un infortunio lo costringe a uscire dopo aver completato 60 passaggi su 60: al suo posto entra Rami che va subito a prendersi cura di un Morata piuttosto anonimo e presto sostituito da Benzema. Il Siviglia fa la partita, le merengues volano in contropiede: all'8′ è interessante la fuga di Lucas Vázquez, provvidenziale sul cross la chiusura col tacco di Pareja. La squadra di Zidane, che chiede subito agli esterni di arretrare dopo ogni palla persa, non offre certo la qualità attesa nella circolazione di palla, al netto delle assenze. Zizou manda allora dentro Modric che prende il posto di Isco, e poi James Rodriguez per Kovacic.

Cambia anche Sampaoli: fuori Vietto, dentro Konoplyanka e Vazquez a fare il "falso nueve". Ma è Vitolo che spacca il match. Frena, riparte, rientra e costringe Ramos a un fallo che pare lieve. Ma basta all'arbitro serbo Milorad Mažić, ex calciatore e direttore di un'azienda di carne alla prima finale Uefa, per assegnare il rigore. "Bisogna essere orgogliosi, concentrati e restare sempre se stessi" ha detto al sito Uefa l'arbitro che allontana dubbi e proteste. Konoplyanka, dopo una rincorsa lenta fino all'eccesso, spiazza Casilla.

Ramos all'ultimo respiro – Ma al tramonto di ogni finale, quando il destino sembra già scritto, tra i rivali del Real e la gloria sbuca la testa di Sergio Ramos. Mai gol fu più facile per il difensore-bomber che aprì la strada verso la decima Champions nel primo derby di finale contro l'Atletico. E il supplementare prende subito una fisionomia chiara. Benzema lancia la carica, prima che al 93′ Kolodziejczak entri duro su Lucas Vazquez: secondo giallo e andalusi con l'uomo in meno.

120′ non bastano – La diga del Siviglia è vicina al crollo. Il gol annullato ancora a Ramos, che la mette dentro ancora di testa dopo una spinta peraltro non così netta a Rami, per la segnalazione dell'assistente, tiene viva la finale. Gli andalusi, con Pareja senza energie, giocano col cronometro, per prolungare l'agonia ai rigori. Il salvataggio quasi sulla linea di Vitolo, dopo lo spunto da applausi di Lucas Vazquez, vale l'allarme rosso. Il Siviglia resiste, di bravura e di fortuna, mentre Lucas Vazquez serve Benzema un bel pallone a centro area ma il suo colpo di testa finisce a lato di pochissimo. Ma l'ultimo spunto è di Carbajal. Rami sbaglia la copertura, il terzino firma il suo secondo gol in Europa, il diagonale che vale la Supercoppa.

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