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Real Madrid, Florentino Perez esalta Carletto: “Ancelotti sarà il nostro Ferguson”

All’indomani del successo nel Mondiale per Club il presidente del Real Madrid incorona il tecnico italiano, proponendogli un futuro come quello dell’ex manager del Manchester United.
A cura di Alberto Pucci
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Se c'è qualcuno al mondo pronto a non festeggiare l'arrivo dell'anno nuovo, questi sono i tifosi del Real Madrid. Champions League (la "decima", vinta al fotofinish contro i cugini), Mondiale per Club, Supercoppa di Spagna, Supercoppa europea, testa della classifica, ottavi di Champions conquistati con sei successi su sei partite e diversi record (di squadra e personali) frantumati: per la società di Madrid, il 2014 rimarrà un anno da ricordare a lungo e da raccontare ai nipotini. Grande parte del merito, di questa straordinaria cavalcata, è di Carlo Ancelotti. L'ex allenatore del Paris Saint-Germain è stato il principale artefice delle vittorie "merengues", riuscendo a farsi amare da Cristiano Ronaldo e compagni e resistendo alle (poche) bufere che si sono abbattute sulle capitale spagnola nel corso della stagione. Dopo il successo sul San Lorenzo, squadra e club hanno festeggiato a lungo, brindando all'ennesimo trofeo alzato al cielo e ad un'annata probabilmente irripetibile. Tra i più scatenati, durante la "fiesta" del Real Madrid, proprio colui che chiamò Carletto da Reggiolo nel giugno del 2013: Florentino Perez.

L'idea del presidente – In attesa di sfidare il "suo" Milan, nella suggestiva amichevole di fine anno a Dubai tra le due squadre europee che possono vantare il maggior numero di successi in Champions League e Coppa dei Campioni (10 vinte dal Real, 7 dai rossoneri), Ancelotti ha ricevuto i complimenti del presidente che, ai colleghi di "Marca", ha rilasciato una dichiarazione particolarmente importante: "Ancelotti? Vogliamo che, in futuro, diventi il nostro Alex Ferguson". I marziani del Barcellona? E chi se li ricorda. José Mourinho? Dimenticato. Il rinnovo di Carletto? Una pura e semplice formalità. Madrid e la Spagna intera, sono ai piedi dell'allenatore dal "sopracciglio impazzito", di colui che con il suo fare "bonaccione" ha saputo mettere in campo una formazione spettacolare, dandogli equilibrio e trasmettendo il "mantra" spettacolare del vecchio maestro Arrigo Sacchi: il "mentore" che mise al mondo l'Ancelotti allenatore. Con in bacheca la Coppa del Mondo per club e in tasca il visto per Dubai (dove riabbraccerà Pippo Inzaghi ed il suo amato Diavolo), Carlo Ancelotti si gode gli applausi e le dichiarazioni di Florentino Perez, in attesa di scartare il suo regalo di Natale: il contratto fino al 2017. Tornare a Milano? Per il momento non se parla: la "fiesta", a Madrid, è appena cominciata.

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