Il Real da Rafa a Zizou, la ‘rivoluzione francese’ in 5 punti
Un anno fa il Real Madrid di Rafael Benitez toccava il fondo. I merengues sprofondavano in casa contro il Barcellona di Luis Enrique che si era stato presentato al Santiago Bernabeu da capolista con tre punti di vantaggio e lo aveva lasciato con un distanza raddoppiata dopo una storica vittoria per 4 a 0. Dopo questa disfatta arrivò la condanna di uno degli allenatori del Real Madrid più discussi più criticati a memoria d'uomo a Chamartín. In 12 mesi molto è cambiato. Benitez è rimasto in sella fino a Natale ma nella sosta tra dicembre e gennaio è arrivata la svolta: l'arrivo di Zinedine Zidane ha rimesso insieme i pezzi di uno spogliatoio spaccato e anche il feeling con i tifosi è rinato.
A maggio è arrivata l'undicesima Coppa dei Campioni, nel mese di agosto i blancos hanno vinto anche la Supercoppa Europea contro il Siviglia e tra poche settimane andranno in Giappone per provare a vincere il Mondiale per club. Tutto questi in 365 giorni, dal Clasico al derby: una vera e propria metamorfosi. Un anno fa Benitez si presentò al cospetto dei campioni d'Europa in carica con calciatori che rientravano da infortuni e un sistema di gioco che è crollato in pochi minuti: James Rodriguez, Modric, Kroos e la BBC erano già affondati quando Lionel Messi era entrato in campo al suo rientro dal lungo stop. Lo 0-4 lo avevano già confezionato Luis Suarez, Neymar, con una doppietta, e Iniesta.

Pochi giorni fa, al Calderon, Zidane ha preso decisioni da allenatore vero, senza tradire se stesso, lasciando fuori Ramos, Benzema e James in panchina e scommettendo su altri giocatori come Lucas, Kovacic, Nacho e Isco. Il Real Madrid ha battuto l'Atletico di Diego Pablo Simeone fuori casa e ha lasciato lo stadio dei rivali con 4 punti di distacco sulla seconda in classifica. La striscia di 29 partite senza perdere, insieme ai 24 giorni di imbattibilità solo nella Liga, illustra l'eccezionale stato di forma della Casa Blanca che sta costruendo la sua scalata verso la riconquista del trono di Spagna. Lo scorso anno a questo punto aveva compromesso già molto, nonostante sia arrivato a giocarsela fino all'ultima giornata, ma quest'anno la storia sembra diversa. Tutto in 365 giorni.
Zinedine Zidane ha compiuto la sua "rivoluzione francese"? Cerchiamo di capire cosa è cambiato, effettivamente, in 365 giorni.
Spogliatoio saldo
L'eliminazione dei dissidi interni allo spogliatoio e il ripristino di un clima sereno a Valdebebas è riuscito a far riconciliare di nuovo la squadra con i tifosi. Il messaggio di far giocare chi sta meglio senza troppe storie con alcuni capisaldi.
Ronaldo vs Rafa
Zizou è riuscito ad avere da subito il pieno appoggio di Cristiano Ronaldo, che era venuto meno a Benitez nei suoi mesi madridisti. È l'uomo simbolo del ‘madridismo' da quando ha messo piede in Spagna e sta polverizzando ogni record. Il portoghese non aveva un gran feeling con Benitez e il contrasto tra i due era evidente in ogni situazione: non si sono mai presi e il tecnico ha mostrato nuovamente il suo problema con i giocatori di forte personalità. In diverse situazioni il campione d'Europa è stato schierato anche da attaccante puro e questo lo rende molto più libero da altri compiti.
Condizione fisica e equilibrio
Un altro motivo dell'ottima seconda parte della scorsa stagione e dell'inizio della campagna 2016/2017 sta anche nella condizione fisica. Il Real è una squadra che corre e lotta. La solidità di squadra trovata con il lancio di Casemiro davanti alla difesa è stata una questione tattica importantissima e ha portato grande equilibrio nella fase finale dello scorso anno. Molto importante anche la fiducia ritrovata da parte di Gareth Bale, che è una vera e propria forza della natura quando sta bene fisicamente.
Isco e i suoi fratelli
Molti lo avevano dato per partente ma il trequartista andaluso ha dimostrato di essere molto utile alla causa madridista e Zidane lo ribadisce da sempre. Ogni volta che gli fanno delle domande su Francisco Román Alarcón Suárez, noto semplicemente come Isco, il tecnico francese risponde sempre uguale: "È fondamentale per il Real". Come dargli torto, soprattutto dopo la gara del Vicente Calderon di sabato. Messo nel suo ruolo Isco è un giocatore determinante per fisicità e tecnica sopraffina. Come lo spagnolo sono altri i calciatori che Zidane riesce a tenere sempre sulla corda: Kovacic, Vazquez, Nacho e Asensio. Tutti ragazzi che il tecnico francese sta pian piano inserendo nei quadri della Casa Blanca.
Record
Il Real Madrid non comandava la Liga dopo 12 giornate con quattro punti di vantaggio sulla seconda dalla stagione 1991-1992. In quel campionato, in cui venivano assegnati due punti per vittoria, i blancos avevano 23 punti mentre l'Atletico Madrid ne aveva 19.