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Real Madrid-Barcellona, Suarez torna in campo: “Il morso a Chiellini? Un errore”

Il centravanti rientrerà in campo proprio nel clasico e torna sugli episodi che hanno contribuito a rovinare e non poco la sua fama.
A cura di Marco Beltrami
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Un curioso scherzo del destino ha fatto sì che la squalifica di Luis Suarez per il morso rifilato a Giorgio Chiellini durante il Mondiale brasiliano, finisse proprio in occasione di Real Madrid-Barcellona. Il bomber uruguaiano dunque torna a disposizione di Luis Enrique che non ha ancora sciolto i dubbi legati all’utilizzo o meno dell’ultimo super colpo del calciomercato blaugrana. Suarez nel frattempo scalpita pronto a tornare in campo dopo più di 3 mesi di stop forzato. In un’intervista concessa al Guardian, in occasione della presentazione della sua autobiografia “Crossing The Line. My story”, l’ex Liverpool è tornato a parlare della sua reputazione e del morso costatogli la squalifica cercando di preservare la sua immagine: “La squalifica per il morso a Chiellini è stata difficile da accettare. Ma uno sa che quando sbaglia deve chiedere scusa. Ma il Luis che vedete in campo non ha niente a che fare con quello fuori, che è molto tranquillo, un padre di famiglia, un marito. A volte, dentro il campo, si fanno gesti che non sono adeguati ma non mi vedo come invece mi descrive molta gente. I morsi? Sono l'espressione di una forma di impotenza. In altri casi ci sono giocatori che rompono una gamba o il naso o feriscono l'avversario al volto, che è peggio del mordere".

Suarez: "Non sono razzista"

In passato Suarez fu accusato anche di razzismo dopo aver chiamato Evra “negro” in un famoso Manchester United-Liverpool. Il giocatore chiarisce anche quell’episodio: “Mi hanno accusato di essere razzista senza prove, è questo quello che mi fa male. Evra? Ogni cultura ha il suo modo di parlare. In Uruguay puoi dare del negro a una persona in qualunque momento e non essere razzista. A Evra dissi solamente ‘negro' ma non ha niente a che fare col razzismo. Mica l'ho accusato per avermi detto ‘sudamericano' e non denuncio nessuno se lo fa o se insulta mia madre. Sono cose che nel calcio succedono milioni di volte. E per quanto riguarda le simulazioni, che si vada a vedere quanti cartellini ho ricevuto".

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