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Razzismo, Demba Ba indignato: “I giocatori di colore devono lasciare la Serie A”

L’ex attaccante del Chelsea ha commentato l’episodio di Cagliari e la presa di posizione degli ultrà dell’Inter: “È per cose come queste che ho deciso di non andare a giocare in Serie A quando avrei potuto. Vorrei che i giocatori di colore lasciassero quel campionato: sicuramente non fermerà la loro stupidità e il loro odio, ma almeno non peseranno sulle altre razze”.
A cura di Alberto Pucci
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La vicenda dei cori e degli ululati contro Romelu Lukaku di parte della tifoseria del Cagliari, ha fatto il giro d'Italia e ha trovato risalto anche in altri paesi. Dopo la lettera aperta scritta dagli ultrà dell'Inter all'attaccante belga, molti media stranieri hanno infatti commentato la reazione della Curva Nord interista e raccontato ciò che è successo nella seconda giornata di Serie A.

Nelle ultime ore ha voluto prendere una ferma posizione anche un collega di Lukaku: Demba Ba, giocatore franco-senegalese ex Newcastle e Chelsea e oggi in Turchia con la maglia dell'İstanbul Başakşehir. "È per cose come queste che ho deciso di non andare a giocare in Serie A quando avrei potuto – ha twittato Demba Ba, in merito al comunicato della tifoseria dell'Inter – A questo punto vorrei che i giocatori di colore lasciassero quel campionato: sicuramente non fermerà la loro stupidità e il loro odio, ma almeno non peseranno sulle altre razze".

Il precedente in Cina di Demba Ba

Il trentaquattrenne attaccante ha dunque criticato aspramente il calcio italiano, dimenticando però quegli stessi problemi incontrati in carriera anche in altri paesi. Ad esempio in Cina, quando militava nello Shanghai Shenhua. Nel 2018 Demba Ba fu infatti al centro di un caso di razzismo, durante una partita giocata contro lo Changchun Yatai. Dopo un contrasto di gioco, l'attaccante fu infatti insultato per il colore della sua pelle dall'avversario: un episodio che venne ovviamente molto stigmatizzato dai vertici della Super Chinese League.

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Danny Rose accusa Fifa e Uefa

Che il problema del razzismo negli stadi sia purtroppo presente in tutte le competizioni e a tutti livelli, lo sanno bene sia l'Uefa che la Fifa: entrambe criticate poche settimane fa da Danny Rose. Il difensore del Tottenham, coinvolto nello squallido attacco razzista dei tifosi macedoni durante la partita con la nazionale inglese, non ha infatti usato giri di parole: "Mancano sanzioni esemplari – ha dichiarato dopo i fatti dell'aprile scorso – Se la federazione della Macedonia ha ricevuto solo una multa per gli ululati nei confronti di noi giocatori di colore, per quale motivo i tifosi non dovrebbero rifarlo?"

"Il mio allenatore Pochettino è stato squalificato per due partite perché era stato aggressivo con l'arbitro, chi invece discrimina gli esseri umani viene multato per una cifra che io spendo in una serata a Londra – ha concluso Danny Rose – Credo che tutto questo sia una farsa, se oggi ci troviamo in questa situazione è perché non vengono applicate pene davvero severe. Ho 29 anni e ancora diversi anni di carriera, ma ne ho abbastanza e non vedo l'ora di ritirarmi".

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