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Ranieri chiama, ma è giusto che l’Italia risponda? I pro e contro di averlo come ct

Davanti all’apertura per una chiamata da ct azzurro dell’attuale tecnico del Nantes (“Se la Figc mi chiamasse chiederei la risoluzione immediata del mio contratto”) si apre il dibattito sull’opportunità di avere Ranieri alla guida dell’Italia: brava persona, grande professionista ma poco vincente. E sotto pressione fallisce sempre.
A cura di Alessio Pediglieri
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Claudio Ranieri si propone alla Nazionale italiana, o meglio apre le porte ad una possibile candidatura. Così come aveva già fatto Roberto Mancini, attualmente impegnato con lo Zenit in Russia, che aveva confermato il proprio interesse se dalla Federcalcio italiana arrivasse un interessamento per ricoprire il ruolo vacante lasciato da Ventura. Adesso si fa avanti anche l'attuale allenatore del Nantes che si dice pronto a risolvere il proprio contratto coi francesi a fronte di un posto da ct.

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Sarebbe l'atto conclusivo di una carriera trascorsa sulle panchine di mezza Europa. Perché anche se non ha vinto moltissimo e l'ultimo grande successo che lo ha consacrato a livello internazionale è stato il titolo inglese conquistato con il piccolo Leicester, Claudio Ranieri è allenatore di mondo. Si è seduto sulla panchina del Valencia, Atletico Madrid, Chelsea, Monaco, Leicester e ora del Nantes. Con un trascorso anche da commissario tecnico, in Grecia.
Le carte le ha, avrebbe il diritto di potersele giocare in Nazionale.
O no?

Perchè sarà un bravo ct

Al di là del nome forte

Probabilmente Claudio Ranieri ha meno titoli di altri possibili candidati. Ha vinto meno, ad esempio di Ancelotti e Mancini. E forse ha meno appeal e meno sostegno da parte dell'opinione pubblica e dei tifosi che vorrebbero adesso un nome forte sulla panchina della Nazionale. Che non porta certo il cognome di Ranieri, in Italia vincitore solo di una Coppa Italia e di una Supercoppa (con la Fiorentina) oltre che di un campionato di Serie C e di uno di B. Ma i risultati non si fanno con i nomi.

Riconsegnare l'Italia agli italiani

Dunque, potrebbe essere davvero il profilo giusto in un momento di disagio totale del nostro movimento. Una persona per bene, professionale e professionista a 360 gradi, coerente con il suo modo di vedere il calcio. E allenare la propria nazionale sarebbe una sfida più che personale. Nel suo avvento inglese, nella galoppata con il Leicester, un giorno ammise una grave verità: "Ho capito vivendo a Londra, che due inglesi fanno un popolo, ma 57 milioni di italiani no." Collante perfetto.

Il papà giusto per una Figc ribelle

Se dovesse tornare in Italia da commissario tecnico potrebbe spingersi fin dove nessuno ha mai osato, creando i presupposti per una reale unità nazionale attorno ad una Federazione oggi commissariata e lacerata da fazioni interne in eterna competizione. Ranieri non avrà moltissimi estimatori ma ha ancor meno nemici: insomma sarebbe il ct giusto con una idea di calcio precisa su cui rinascere come una Fenice.

I riconoscimenti e i successi da allenatore di Claudio Ranieri
I riconoscimenti e i successi da allenatore di Claudio Ranieri

Perché fallirà da ct

Non serve una brava persona, ma un tecnico

Se da un lato umano e professionale, Ranieri è pressocché inattaccabile, c'è da discutere con gli integralisti del calcio per ciò che concerne le qualità tecnico-tattiche del professionista. Non ha mai vinto nulla di importante con continuità, i suoi successi appaiono estemporanei, quasi a rischio di casualità. Un palmarés insignificante davanti a quelli di Ancelotti, Mancini, Conte. E questo potrebbe influire sull'impatto che una scelta di questo genere avrebbe sull'opinione pubblica.

Sotto pressione, fallisce sempre

Ha girato molto ma ha raccolto poco, segno per molti di mancanza di carattere. Ranieri fa bene laddove trova un clima sereno, ma davanti alle difficoltà – o nel doversi ripetere – crolla. Ha reso tanto proprio quando non c'erano aspettative, sia a Valencia che a Leicester. Dove c'era pressione si è sciolto (Juve, Roma, Inter). E quindi in una Nazionale che avrà l'obbligo assoluto di arrivare ai prossimi Europei da protagonista, pensando sin da ora al riscatto Mondiale, i due obiettivi appaiono al di sopra delle sue capacità professionali che sarebbero messe a dura prova da pressioni sempre più alte.

Il rischio del pre-pensionamento

Infine, ciò che non convince fino in fondo di Ranieri è che ciò che è e ciò che è stato è anche ciò che sarà. Un allenatore oramai giunto quasi al capolinea che vorrebbe togliersi lo sfizio della propria Nazionale, sogno di ogni tecnico: "Chiunque vorrebbe allenare la propria nazionale e io non sono da meno. Mollerei tutto, subito". Ma più che convinzione di poter essere utile alla causa, le sue dichiarazioni appaiono come l'estremo tentativo di chiudere in bellezza. All'Italia serve un vincente, non un pre-pensionato.

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