Rambo De Napoli, lo scudiero di Maradona
Gli anni Ottanta, troppo spesso snobbati, criticati e sottovalutati, sono stati un’epoca in cui chiunque poteva sognare di raggiungere il traguardo più alto possibile. Allora un ragazzo nato in un paesino di poco più di duemila abitanti poteva, grazie alle sue qualità, essere convocato per un Mondiale da calciatore dell’Avellino. Nando De Napoli senza alcuna esperienza internazionale riuscì a essere chiamato dal mitico Enzo Bearzot per Messico ’86, dove giocò al fianco di molti eroi dell’82. De Napoli non si è fermato lì, anzi. Lui ha fatto parte del Napoli più vincente della storia, si è guadagnato sul campo il soprannome di ‘Rambo’ (altro eroe di quei tempi), guardando le spalle a Maradona prima di passare al Milan con cui ha vinto anche la Champions. Oggi De Napoli degusta vino e ha un’enoteca in provincia di Bologna.
L’avventura parte da Avellino – La sua carriera da professionista inizia a Rimini, dove trova un giovane allenatore Arrigo Sacchi. Dopo un anno in Serie C, De Napoli passa all’Avellino – che tra gli anni Settanta e Ottanta è stato per una decina di Serie A. Le sue qualità emergono rapidamente. Gioca per tre stagioni con la maglia verde dei ‘Lupi’. L’ultima è stellare: gli permette di conquistare la maglia della nazionale a ventidue anni e gli permette anche di passare al Napoli.
Napoli, Maradona e vittorie storiche – In azzurro arriva nel 1986 per quasi sei miliardi di lire. De Napoli arriva nell’anno più bello, perché il Napoli vince il primo Scudetto della propria storia. Maradona delizia. ‘Rambo’ gli protegge le spalle e ogni tanto segna pure. A livello internazionale De Napoli nel 1988/1989 si toglie un grande sfizio perché con i partenopei vince la Coppa UEFA. A fine partita lui fa partire i festeggiamenti. L’anno successivo arriva un altro Scudetto. Poi dopo altre due stagioni lascia. L’offerta di Berlusconi fa contenti tutti.
Milan: poche partite, tanti trofei – Con la maglia rossonera giocherà pochissimo però. In due campionati De Napoli scende in campo appena nove volte. Quello è un Milan fortissimo che in squadra ha un regista giovane, ma già affermato Albertini e che ha tanti stranieri fortissimi. ‘Rambo’ si ritaglia il ruolo di ‘uomo-spogliatoio’, vince altri due Scudetti e la Champions League del 1994.
Si chiude con la Reggiana – Lascia Milano e passa alla Reggiana. De Napoli ha trent’anni e sa che quella è la parte finale della sua carriera. All’epoca a quell’età si era agli sgoccioli, la Reggiana era un buon club e giocava in Serie A. A Reggio trova Futre, ex stella portoghese. Le tre stagioni sono intense nel bene e nel male arrivano due retrocessioni e una promozione, con Ancelotti in panchina. Nel 1997 Rambo lascia il calcio.
Che record con l’Italia – La sua storia azzurra probabilmente è da record. Fa il suo esordio a Napoli in un’amichevole pre Mondiale, impressiona Bearzot che decide di schierarlo come titolare nelle quattro partite dell’Italia di Messico ’86. In pratica quattro delle sue prime cinque partite in azzurro De Napoli le ha disputate in un Mondiale. Più o meno la stessa cosa l’ha fatta Thomas Mueller. L’attaccante del Bayern dopo aver giocato però due amichevole divenne titolare a SudAfrica 2010. De Napoli prende parte anche a Euro ’88 e soprattutto culla il sogno di una nazione a Italia ’90. Gli azzurri a Napoli (presente sempre nel suo destino) perdono in semifinale con l’Argentina.
Enoteca – Appese le scarpette al chiodo De Napoli resta a Reggio Emilia e diventa team manager della Reggiana. All’inizio della sua avventura la squadra è ambiziosa e ricca, poi va in crisi anche a causa di una retrocessione in Serie C. La proprietà cambia, anche De Napoli acquisisce una quota. Le cose non migliorano e nel 2005 l’ex calciatore lascia in modo definitivo il club. L’ex calciatore del Napoli oggi ha cambiato completamente vita e gestisce assieme a un amico un’enoteca a Vergato in provincia di Bologna.