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Radio, pay tv e il Web: come è cambiato il modo di seguire il calcio

L’evoluzione della tecnologia ha cambiato il modo di fare informazione. Palinsesti, sponsor e diritti tv dettano l’agenda in un mondo che da tempo ha messo da parte il romanticismo della radio, sopraffatto dalle nuove dinamiche della Rete.
A cura di Salvatore Parente
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Il calcio nonostante la sconfinata passione di milioni e milioni di persone ha un po’ smarrito la magia, il fascino e le emozioni di un tempo. Un tempo in cui era molto più complesso seguire le partite della propria squadra del cuore ma in cui il romanticismo ed i valori fondanti di questo sport prevalevano incontrastati rispetto a palinsesti, sponsor e diritti tv. Andiamo a ripercorrere le tappe e l’evoluzione stessa del modo di seguire la disciplina più amata al mondo.

La Gazzetta dello Sport ed il Littoriale all'indomani del successo mondiale dell'Italia nel 1938
La Gazzetta dello Sport ed il Littoriale all'indomani del successo mondiale dell'Italia nel 1938

Trasferte difficili? Meglio le cronache sui quotidiani

La capacità di narrare l’epica dello sport più seguito dal pubblico che lo storico Hobsbawm definì “religione laica” ha avuto origine all’inizio del ‘900, quando, i campionati di calcio cominciavano, anche grazie alla crescente urbanizzazione e alla rivoluzione dei trasporti, ad essere sempre più seguiti. Al tempo però, le possibilità in Italia (specie dal 1929 in poi, quando il torneo divenne a girone unico) di ammirare la propria compagine preferita erano poche e limitate ad una sola alternativa: seguire, sia in casa che in trasferta, il club del cuore. Altrimenti, in assenza di altro, i tifosi si “limitavano” a comprare i quotidiani sportivi (come Il Corriere dello Sport o Il Littoriale fino al 1943, La Gazzetta dello Sport, dal 1945 si aggiungeranno anche Tuttosport e il bolognese Stadio) il giorno dopo per leggere la cronaca del match e commentare con gli amici/nemici di sempre, davanti ad un caffè nel solito bar di fiducia, la partita. Un’altra novità che arriva sempre in questi anni è quella dell’illustrazione delle reti segnate dai protagonisti della domenica sui vari quotidiani, un’idea mutuata dalla seguitissima rivista La domenica sportiva, in seguito famosa trasmissione televisiva Rai.

(da sinistra a destra) Sandro Ciotti e Enrico Ameri voci di "Tutto il calcio minuto per minuto"
(da sinistra a destra) Sandro Ciotti e Enrico Ameri voci di "Tutto il calcio minuto per minuto"

L’avvento delle radioline: ‘Tutto il calcio minuto per minuto'

Il quotidiano nel corso degli anni poi, si è trovato a lottare con tre nuovi avversari, la radio prima, la tv poi e, recentemente, Internet. La radio per prima, infatti, diventa lo strumento col quale seguire, in tempo reale, nell’immediatezza della partita, i propri colori. Soprattutto a partire dal 10 gennaio 1959 quando debutta ufficialmente “Tutto il calcio minuto per minuto”. L’idea alla base del programma, era quella di emulare la trovata dell'allenatore dell’Arsenal Herbert Chapman che, negli anni ’30, in Inghilterra inventò un sistema per far comprendere, attraverso la radiocronaca, le varie fasi di gioco. Il pubblico che voleva seguire la partita “via etere” si poteva munire di una scacchiera suddivisa in vari settori del campo di gioco e, attraverso la voce del radiocronista, seguire momento per momento l’evolversi della partita.

Il programma voluto dal giornalista Guglielmo Moretti però, lungi dal voler vendere scacchiere per il football, aveva la voglia di raccontare, con una cronaca puntuale e partecipata le gesta dei campioni della domenica. Una scelta che si rivelò vincente e anche se inizialmente “tutto il calcio minuto per minuto” proponeva solo le radiocronache dei secondi tempi: a partire dalla stagione 1987-88 fu introdotta la copertura dell'intera partita. Un successo che, specie negli anni ’60 e ’70, raggiungeva picchi di 25 milioni di ascoltatori letteralmente incollati alle radioline ogni “maledetta” domenica.

Tv

Dalla prima telecronaca nel ‘50 al dominio delle pay tv

La nascita del calcio in tv ha una data ben precisa: 5 febbraio 1950. Al Comunale di Torino si gioca il big match fra la Juventus capolista di Boniperti ed il Milan diretto inseguitore con Buffon e il trio svedese Gre-No-Li (7-1 per i rossoneri). Ma, oltre che per il risultato, la partita rimane nella storia della televisione italiana perché rappresenta il primo tentativo di trasmettere una partita in tv. Nel 1954, precisamente il 3 gennaio, nascerà la trasmissione più antica e gloriosa dello sport italiano, La Domenica Sportiva. Trenta anni dopo, la situazione nel panorama calcistico nazionale cambia del tutto.

Le tv fanno parte ormai della quotidianità degli italiani e iniziano, con continuità, ad andare in onda i match delle grandi squadre nostrane non solo per match internazionali ma anche per quelli del nostro campionato. La tv, dopo l'unica mezza partita trasmessa negli anni '60 la domenica (i secondi 45 minuti affidati al grande Nicolò Carosio), la nascita della moviola con Carlo Sassi e Novantesimominuto (nato nel 1970), diventa per tutti uno stadio virtuale col quale vedere le partite dei vari sodalizi, anche stranieri, comodamente da casa in poltrona.

Una partita trasmessa su di un sito illegale
Una partita trasmessa su di un sito illegale

Dopo il monopolio della Rai, le incursioni di TMC (Telemontecarlo) con la Liga spagnola, con l’avvento delle pay tv (prima Tele+, poi Stream e, infine, Sky e Mediaset Premium sul digitale), la rivoluzione nel modo di seguire il calcio è completa e si sintetizza così: vuoi vedere i tuoi beniamini in tv? Paga ed il tuo sogno sarà esaudito. E così dagli anni ’90 in poi il tifoso italiano spegne le radioline, si reca meno allo stadio e accende, quasi con un gesto automatico, il televisore.

Siti illegali e streaming: non c’è solo del marcio in Internet

Ai giorni nostri una delle altre risorse per seguire il calcio è, senza dubbio, internet. In un mondo costantemente connesso e nel quale le partite sono aumentate a dismisura, la rete è uno dei mezzi essenziali per vedere, anche illecitamente e senza pagare, il calcio moderno. Siti illegali, streaming, dirette facebook e altri mezzucci, finiscono per diventare il pane quotidiano degli internauti che, pur non pagando le pay tv, vogliono ugualmente usufruire dei servizi delle emittenti televisive.

Un circolo vizioso che ha portato a battaglie legali e polemiche infinite su di un sport, ormai ridotto a prodotto di consumo, che ha quasi perso tutto l’incanto, la poesia e la magia celati dietro ad un grande titolo di giornale o ad un: ”ti interrompo da Milano, Inter in vantaggio”. Nonostante tutto però, il sentimento di partecipazione collettiva per il calcio resterà, malgrado l’evoluzione e il cattivo utilizzo dei nuovi mezzi tecnologici, intatto nel cuore dei milioni di appassionati. Del resto, il calcio è, e sempre sarà, della gente.

 

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