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Rad, la vice presidente a Everton Luiz: “Torna in Brasile a mostrare le tue dita nere”

Jelena Polic attacca il brasiliano del Partizan, Everton Luiz, oggetto di insulti razzisti durante il derby di Belgrado: “Perché non si parla di quanti insulti mister ‘piangina’ (così etichetta il giocatore, ndr) ha rivolto a Drincic durante la partita? E perché nessuno dice che ha mostrato il dito medio ai tifosi avversari?”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Tornatene in Brasile a mostrare le tue dita nere". A prnunciare queste parole è la vice presidente del Rad, Jelena Polic, che su Facebook ha pubblicato un post a difesa dei suoi tifosi dopo l'episodio di razzismo nei confronti di un calciatore sudamericano del Partizan, in occasione del derby di Belgrado. Messaggio shock – rimosso poco dopo – che ha fatto il giro della Rete considerato che molti utenti avevano già fatto screen di quelle parole rimbalzate sul web come una pallina impazzita.

Il giocatore in questione è Everton Luiz, nell'ultima giornata del campionato serbo era stato costretto ad abbandonare il campo in lacrime una volta divenuto bersaglio delle offese più gravi, di insulti continui da parte dei sostenitori avversari. Il dirigente del Rad, però, non ci sta e sfoga sul social network – con poche righe pubblicate sul proprio profilo – la rabbia verso il giocatore che definisce ‘mister piangina', lo accusa di atteggiamenti provocatori verso Drincic e Rodic (il primo insultato, il secondo colpito duro), d'aver mostrato il dito medio ai tifosi bianconeri.

Il post pubblicato e poi rimosso da Jelena Polic
Il post pubblicato e poi rimosso da Jelena Polic

Insomma, secondo Jelena Polic, Everton Luiz è tutto tutto tranne che uno stinco di santo e soprattutto una vittima della situazione. Ma cosa ha scritto la donna su Facebook?

Tutta la vicenda che ruota intorno a questo ‘grande' giocatore che sarebbe Everton e a quello che è successo durante la sfida tra Rad e Partizan è triste. E soprattutto le cose sono state raccontate in maniera parziale e sproporzionata. Perché non si parla di quanti insulti mister ‘piangina' (così etichetta il brasiliano, ndr) ha rivolto a Nicola Drincic durante la partita oppure del modo in cui ha colpito duro Vladimir Rodic? E perché nessuno dice che ha mostrato il dito medio ai tifosi avversari? Poi, però, siamo noi i razzisti e i nazionalisti.

Sembra quasi che nei confronti degli altri si debba avere maggiore rispetto che per noi stessi, che dobbiamo essere orgogliosi del fatto che la squadra di Tito (il Partizan, ndr) vada in campo con ben sette giocatori stranieri. E poi dovremmo anche sopportare lacrime di coccodrillo e dichiarazioni come "Amo la Serbia, la sento come casa mia".

Le parole del vice presidente vanno oltre e l'arringa difensiva raggiunge il culmine nel finale, quando Everton Luiz torna nel mirino della donna.

Perché non te ne torni in Brasile e mostri le tue dita nere a loro giurando sulle loro madri brasiliane? No al razzismo (con tanto di emoticon che mostrano faccine sorridenti).

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