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Rabbia Juventus, gioia Milan: lo strano mercoledì di calcio giocato tra Serie A e Champions League

La sfida a distanza tra Juventus e Milan ha sorriso ai rossoneri autori di un poker storico in Europa all’Arsenal, mentre i bianconeri si fermano a Parma anche per le solite sviste arbitrali.
A cura di Alessio Pediglieri
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parma-juventus

E' stato un mercoledì particolare e anomalo in cui si è giocato contemporaneamente in Serie A e in Champions League.
Un assurdo sancito dai rinvii a cavallo tra gennaio e febbraio per il freddo glaciale che ha messo in ginocchio il calcio italiano e la Federazione. Così, si è assistito ai recuperi di Atalanta-Genoa (1-0 gol di Marilungo) e soprattutto Parma-Juventus mentre subito dopo scendeva in campo a San Siro il Milan contro l'Arsenal. Ed è stato un mercoledì di polemiche e feste, tra l'ira bianconera e la gioia milanista.
La sfida del Tardini ha visto l'ex capolista inciampare ancora una volta contro una squadra di metà classifica, non riuscendo ad andare al di là di un pareggio a reti inviolate che le toglie la vetta della classifica, lasciata al Milan, dopo il primo dei due recuperi che deve affrontare.

Parma-Juventus era una partita attesissima dopo le polemiche per il freddo che ha fatto slittare addirittura 15 partite tra Serie A e Serie B, record di un calcio incapace ad impare dai propri errori e dal passato (27 anni prima, nel 1985, furono solamente 5 le gare rinviate e gli impianti erano gli stessi di oggi).
Erano i giorni in cui Antonio Conte pretendeva di giocare a calcio in modo che tifosi e giocatori potessereo esprimere lo spettacolo del gioco più bello del mondo, spalleggiato dall'Amministratore Delegato Marotta che pretendeva calendari più seri e una riforma totale sugli stadi italiani, esaltando lo ‘Juventus Stadium‘, giustamente e con orgoglio, unica perla in una collana costellata da troppa bigiotteria scadente.
Ed erano i giorni delle schermaglie a distanza con i rivali rossoneri che chiedevano un rinvio del posticipo contro il Napoli ma che si vedevano rifilare dalla Lega calcio un anticipo di 36 ore e delle polemiche con Braschi, il designatore al centro della bufera davanti gli errori arbitrali che avevano sfavorito la Juventus.

parmajuve

Con i rigori non fischiati nel pareggio per 0-0 a Parma, oggi come allora, i temi delle recriminzioni bianconere non sono cambiati. Ancora una volta è Antonio Conte ad essere tornato in trincea e a respirare un' "aria pesante attorno alla Juventus. La sensazione – sottolinea il tecnico bianconero – è che se si sbaglia contro la Juventus non si corrono rischi". Apriti cielo: adesso partiranno inchieste federali, si discuterà se sanzionare l'allenatore bianconero o il club, rei di aver sottointeso che i retaggi di Calciopoli (il famoso "segreto di Pulcinella") stiano riversandosi sulla scomoda Juventus vincente.
Contro il Siena non venne visto un evidente fallo di mani in area toscana che avrebbe potuto permettere alla Juventus di sbloccare una gara messasi su binari scomodi; stesso discorso ieri sera a Parma dove non è stato fischiato un rigore e mezzo.
Evidente – fin troppo – quello su Giaccherini lanciato a rete (e ci sarebbe stato, in caso di penalty, anche un rosso diretto al difensore), meno quello su Pirlo, toccato da dietro da Santacroce con la palla impennata in arera ducale. Ma anche nel secondo caso, in caso di rigore nessuno avrebbe gridato allo scandalo come per il contatto Giovinco-Barzagli col dsifensore bianconero che appoggia il braccio sulla spalla del piccolo bomber che cade a terra sotto gli occhi forse troppo severi di Mazzoleni.

“ Il motivo per cui ci fischiano contro? E' un segreto di Pulcinella… ”
Antonio Conte
In casa bianconera in queste ore si stanno facendo i conti e il risultato sembra confermare le sensazioni dirigenziali: all'appello mancano 4-5 punti e solo un rigore all'attivo dopo 24 giornate per una formazione che ha sempre dimostrato un gioco offensivo nelle aree avversarie sembra davvero una miseria. Anche perchè  pesano come un macigno le ‘sviste‘ arbitrali nel corso della stagione (Siena e Parma, ultime in ordine di tempo, ma anche altri episodi poi ininfluenti ai fini del risultato ma cbe ‘pesano' nell'economia di un disagio diffuso, come il mancato penalty a Marchisio nella vittoriosa trasferta di San Siro contro l'Inter) e il ‘Non ci sto' di Pavel Nedved e di tutto il mondo bianconero è esploso in tutta la sua forza.
Certo, questi i dati contro la Juventus ma Antonio Conte oggi sa che non può aggrapparsi ad errori che penalizzano la sua squadra in classifica. Ciò che di ottimo è stato fatto fin qui deve essere continuato e i presupposti ci sono: la fame di ogni domenica, la mancanza di sconfitte, un mercato invernale che ha soddisfatto le ultime esigenze, l'essere in corsa prepotentemente sia in campionato che in Coppa Italia.
Rifugiarsi dietro la polemica non comporterebbe effetti positivi; dopotutto, tutti ci hanno provato e continueranno a farlo (leggasi l'Inter di Moratti e i rigori contro) ma pochi hanno compreso che questo alibi non porta benefici, nè a livello psicologico nè ‘politico'.

Che la Juventus possa dar noia lassù dopo anni di ridimensionamento è innegabile: il Milan, ad esempio, dopo la vittoria dello scorso anno aveva rifatto subito la bocca buona per aprire un ciclo sulle rovine nerazzurre e si è ritrovato sul proprio cammino un vecchio, agguerrito, nemico; la stessa Inter, dopo la ‘scoppola' dell'anno passato e davanti al disastro attuale non è certo felice dei successi bianconeri; e così via, con l'Udinese che si ritrova eterna incompiuta una volta per merito dell'inter, un'altra del Milan, l'altra ancora della Juventus o le due romane sempre limitate nelle ambizioni da rifondazioni societarie o progetti senza scadenza.
Il primo match point per una piccola importante fuga nel momento cruciale della stagione, è stato sbagliato. Adesso per i bianconeri ce n'è un altro, con il recupero contro il Bologna, che dirà molte verità e darà tante risposte.

milanarsenal

Chi invece, ha vissuto un meroledì da Leoni è il rigenerato Milan di Champions League. Erano quattro anni che i rossoneri non vedevano i quarti di finali, ieri sera con quattro gol hanno umiliato l'Arsenal e hanno ipotecato il passaggio del turno, potendo così concentrarsi sulla sfida alla Juventus per lo scudetto.
Sarà una formalità fra 15 giorni in Inghilterra visto l'Arsenal di San Siro con il maestro (o ‘guardone‘ come lo definiva Mourinho visto che il francese attingeva laddove vedeva giocare bel calcio nelle altrui squadre) Arsene Wenger bacchettato dal giovane Allegri. La vittoria in Champions League è figlia dell'ultimo quarto d'ora di Udine. Dopo aver visto il vuoto, il Milan ha saputo rialzarsi con i gol di Maxi Lopez e El Shaarawy (il nuovo che avanza) ridando fiducia ad un gruppo che ha vissuto la vittoria contro l'Udinese come un segnale inequivocabile che il vento sia girato. Allegri sta ritrovando tutti i suoi uomini e non appena ha la possibilità di uno straccio di turn-over ha dimostrato di avere a disposizione una rosa invidiabile, quella che ieri Silvio Berlusconi ha osannato "la migliore del campionato e non ce ne voglia la Juventus pur ottima squadra".

“ Lo scudetto è una necessità, visto che continuiamo a considerarci superiori alla Juventus ”
Silvio Berlusconi
Un rilancio a 360 gradi con l'ex Capo del Governo che ha annunciato il suo imminente ritorno presidenziale ("sempre che i tifosi mi rivogliano ancora"), linfa vitale per l'autostima rossonera.
E' vero, non è un caso che l'annuncio del Presidente e il ritorno di Boateng(con uno splendida rete all'Arsenal) siano concisi con una delle più belle gare stagionali rossonere e che la mancanza del ‘Principe' a centrocampo sia coincisa con le quattro settimane più buie del Milan. Il tunnel è finito, il poker all'Arsenal lo conferma e rilancia un gruppo che è ritornato primo solitario in vetta alla Serie A.
La sfida alla Juventus, non solo simbolica ma quella sul campo è rilanciata: se in Coppa Italia quasi tutto è compromesso dopo l'1-2 della Juve a San Siro, a Torino si assisterà di certo ad una sfida d'altri tempi che stabilirà chi sarà la favorita per il rush finale.

Se solamente il Milan si riscoprirà grande con le grandi e non solo con le piccole, tutti i giochi saranno riaperti; con un occhio di riguardo all'Europa, da sempre terreno fertile per i successi milanisti, anche perchè in Champions – almeno per quest'anno – non ci sarà il fastidioso paragone con la Juventus.

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