Quattro calciatori “sacrificati”, fuori ruolo in A per ‘ragion di Stato’
Quest’anno appena cominciato in Serie A, sarà ricordato soprattutto come quello che ha visto un numero impressionante di calciatori adattati in un ruolo non di loro competenza. Un’altra posizione, un nuovo modo di giocare, di muoversi e di mettersi a disposizione della squadra, magari sacrificando anche un pochino le proprie qualità migliori. Sono loro che ad oggi sono l’ago della bilancia nei top club italiani. Eccone alcuni.
Higuain, Milik e poi c'è Manolo che non ingrana
Dopo aver ceduto Higuain l’estate scorsa alla Juventus per 94 milioni di euro e aver perso Milik per infortunio per circa 4 mesi, è ancora una volta Manolo Gabbiadini al centro delle attenzioni della squadra partenopea. Dovrebbe essere lui (essendo l’unico attaccante di ruolo in rosa) a prendere il posto del polacco. La punta bergamasca però non è riuscita ancora a convincere né il pubblico di Napoli né Sarri che spesso lo relega in panchina, preferendogli Mertens come “falso nueve”. Non è la sua posizione, lo si vede, cerca di adattarsi Manolo, che è più una seconda punta e che di attaccare la porta proprio non ne vuole sapere. Ad oggi è il grande sacrificato di questa Serie A.
Pjanic alla Juve per non far rimpiangere Pogba
Dopo le cessioni negli anni di Pirlo, Vidal e Pogba, la Juventus ha perso tanto a centrocampo. Nel mercato estivo Marotta però è riuscito a piazzare il colpo Miralem Pjanic. Trequartista, ama svariare alle spalle delle punte, andando a coprire quella posizione fra le linee tanto antipatica ad ogni avversario. Ma Allegri, complice anche il lento recupero di Marchisio, ha dovuto adattarlo li’ in mezzo, al fianco di Khedira. Il bosniaco sembra essere davvero in seria difficoltà e non è mai riuscito ad esprimersi come ai tempi di Roma. Ma con Marchisio ritornato in campo solo due settimane fa, Pjanic sembra essere rinato, quasi sbloccato da quel peso psicologico che lo ha già portato al gol contro il Chievo. Staremo a vedere.
Che fine ha fatto il bomber Bacca?
E’ ancora un altro big dei top club italiani a dover soffrire una posizione, o meglio in questo caso, movimenti diversi rispetto a quelli abituali. Stiamo parlando di Carlos Bacca. Il colombiano, alla sua seconda stagione con il Milan, sembra aver perso il suo spietato fiuto per il gol. Con Montella gioca come finalizzatore centrale di un attacco a tre, con Niang e Suso ai lati. Un modo di giocare che richiede sacrificio e recupero dei palloni anche fino alla linea di metà campo. Doti che non sono proprio nelle corde del colombiano che ad oggi è a secco in campionato da 5 partite.
Bernardeschi, la ‘dieci' sulle spalle
Paulo Sousa, da quando è stato chiamato a guidare la Fiorentina, ha visto in Federico Bernardeschi un talento puro che, pur di giocare, avrebbe potuto adattare in qualunque posizione e in ogni modulo. Nato come trequartista o seconda punta, l’ex Crotone, cresciuto fra i baby della Viola, è stato utilizzato come esterno di fascia sinistra, o a destra, in un modulo 3-5-2. Correre, rincorrere, crossare e all’occorrenza trasformarsi in terzino in fase difensiva. Questo il suo nuovo modo di giocare che sta mettendo a dura prova Bernardeschi che, nonostante l’enorme disagio in campo, sta provando a crescere. I risultati però sono arrivati, pochi gol lo scorso anno, ma la convocazione agli Europei di Francia e l’ottimo inizio della stagione in corso fanno ben sperare per il futuro del club toscano.